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Il Cav rilancia il nucleare

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Proteste anti-nucleare a Roma

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A venticinque anni da Chernobyl, a pochi mesi da Fukushima, in quel di casa nostra anche quello sul nucleare diventa un referendum su Berlusconi. L'idea è di Pier Luigi Bersani: «Se gli italiani verranno scippati del referendum sul nucleare hanno una occasione: ci sono le amministrative e ormai gli italiani avranno capito che per liberarsi del nucleare devono liberarsi di Berlusconi», spiega il leader dei democratici cavalcando le polemiche nate dopo l'incontro Berlusconi-Sarkozy. Il Cav è stato chiaro: il dietrofront del governo sull'atomo è solo temporaneo. «L'energia nucleare è sempre la più sicura. Siamo assolutamente convinti che sia il futuro per tutto il mondo», ammette durante il vertice italo-francese a Villa Madama. Quanto accaduto in Giappone, però, - lo dicono i sondaggi - «ha spaventato gli italiani» e la decisione di una moratoria sul nucleare è stata presa anche per permettere all'opinione pubblica di «tranquillizzarsi» e non decidere tutto sull'onda emotiva, come già accaduto ventiquattro anni fa. «Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per anni - spiega numeri alla mano. L'atomo dovrà aspettare. Ma il Cav non ha dimenticato gli accordi presi con i cugini d'oltralpe. I «molti contratti tra Italia e Francia non verranno abrogati, né annullati» spiega riferendosi a quanto stabilito pochi mesi fa da Enel e Edf sulla possibile costruzione congiunta di centrali di ultima generazione. Sarkozy apprezza. E rinnova la collaborazione. «Rispettiamo la decisione italiana, ma siamo pronti a lavorare con voi e a rispondere a tutte le vostre domande sulla sicurezza delle nostre centrali. Se l'Italia deciderà di tornare al nucleare, la Francia sarà un partner accogliente e amico», spiega sicuro. «L'incidente di Cernobyl era chiaro - continua il capo dell'Eliseo - un reattore aveva funzionato male e non era stato installato in modo corretto. A Fukushima, l'impianto ha resistito a un terremoto di 9 gradi Richter, ma non a un evento eccezionale come lo tsunami. Noi e l'Italia non abbiamo gas né petrolio. Chi può pensare che il solare o l'eolico possano compensare il nucleare? Tutti abbiamo firmato per limitare le emissioni di Co2 e io voglio sottolineare che il nucleare non emette Co2. Quindi il dibattito è sulla sicurezza. Chi agita la paura - conclude - non capisce che i francesi e gli italiani vogliono vivere in sicurezza ma riscaldarsi e illuminare le loro case». Vallo a spiegare alla Sinistra di casa nostra. Le parole di Berlusconi scatenano l'inferno. «Il tappetaro che indegnamente occupa palazzo Chigi ha svelato la truffa. Non ha alcuna intenzione di rinunciare al nucleare, e la "sospensione" è solo una messa in scena per dare una fregatura alla maggioranza degli italiani che dopo Fukushima voterebbero contro la follia nucleare. Poi, passata la festa, gabbato lo santo» commenta Antonio Di Pietro, tirando per la giacchetta il presidente della Repubblica che - a suo dire - «non deve firmare una legge dichiaratamente scritta per fregare gli italiani». Anche Nichi Vendola scende in campo: «Le parole di Berlusconi sono l'immediata conferma dell'intenzione del governo di voler prendere in giro gli italiani», spiega. Non dimenticando - a sua volta - di tirare un'altra giacchetta: «Dopo questa aperta dichiarazione d'intenti del governo - prosegue il leader di Sel - al limite dell'imbroglio, ci auguriamo che la Corte di Cassazione ne tenga conto al momento di valutare la sopravvivenza del quesito referendario». Contrari anche GreenPeace e Wwf. E di nuovo in piazza il popolo anti-atomo. Vive la France!

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