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«Via le Br dalle procure» A Milano è polemica

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Eancora: «Toghe rosse, ingiustizia per tutti». L'iniziativa a firma dell'«Associazione dalla parte della democrazia» ha suscitato un coro unanime di critiche. «Rammento che a Milano le Br in Procura ci sono state davvero: per assassinare magistrati» è l'amaro commento del Procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati. Per il Pd milanese i manifesti «sono un atto di regime». «Vanno immediatamente stracciati - afferma Pierfrancesco Majorino, capogruppo dei Democratici a Palazzo Marino - Chi li ha realizzati abbia il coraggio di metterci la faccia. Da parte nostra esprimiamo solidarietà e sostegno alla magistratura». Ma a scendere in campo è anche Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl alla Camera che giudica i manifesti «del tutto sbagliati». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, li bolla come «un autentico delirio, basti pensare a quanti magistrati sono stati uccisi dai brigatisti. Anziché alimentare polemiche - aggiunge - mi auguro che chi di dovere accerti chi si è preso la responsabilità di stampare una così colossale idiozia». «I manifesti apparsi a Milano sono un fatto molto rischioso e sconcertante» afferma una nota della segreteria nazionale della Cgil. Duro e polemico il commento dell'Idv affidato alle parole del capogruppo alla Camera Massimo Donadi. Quei manifesti sono «un oltraggio alla memoria dei giudici caduti sotto i colpi dei terroristi - scandisce - un atto infame che offende la nostra storia e la nostra memoria collettiva. Chi li ha affissi è stato influenzato dal clima d'odio seminato da Berlusconi nei confronti della magistratura, dalla sua guerra personale contro i giudici che sta portando allo sfascio delle istituzioni. Berlusconi, che aveva paragonato la loro azione a quella delle Brigate Rosse, è il mandante morale di questa vergogna».

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