Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Svolta leghista sull'immigrazione Via libera ai permessi temporanei

Silvio Berlusconi con il premier tunisino Begi Caib Essebsi

  • a
  • a
  • a

Prima la trattativa con la Tunisia. Poi di corsa a Roma per sedare le ire della Lega, che vorrebbe vedere risolta l'emergenza nel più breve tempo possibile. Almeno prima delle amministrative. Vertice serale a Palazzo Grazioli e alla fine si trova la quadra. Bossi dà il via libera al permesso temporaneo. Decisione che agevolerà, oggi, il lavoro di Maroni a Tunisi. Dunque, al premier tocca di nuovo prendere in mano la situazione, volare in Tunisia, assieme proprio al ministro dell'Interno, e incontrare il suo omologo Beji Kaid Essebsi. Il faccia a faccia serve per cercare un'intesa su un intervento coordinato tra Italia e Tunisia. L'obiettivo è frenare in qualche modo le partenze dei barconi stracarichi di immigrati. Dopo l'incontro con il premier nordafricano provvisorio il Cavaliere parla ai giornalisti e annuncia solennemente: «Siamo in un Paese amico per risolvere i nostri problemi in un clima di collaborazione e di amicizia». Parole che sembrano introdurre la firma di un nuovo accordo. Ma per ore si va avanti tra mezze frasi, mezze parole, smentite e affermazioni. Beji Kaid Essebsi, subito dopo il premier italiano, rilascia una breve dichiarazione con la quale fa sapere che «c'è l'assoluta volontà di trovare una soluzione». I due governi allora dicono che sarà necessario affidare tutto a una commissione di tecnici che metterà mano a un testo per l'intesa. Si parla anche di una nuova visita di Maroni, addirittura circola la voce che questo nuovo viaggio potrebbe esserci già oggi. Anzi no, nei prossimi giorni. Poi l'agenzia ufficiale tunisina informa che non c'è alcuna firma in calendario al momento. Eppure Berlusconi si era presentato a Tunisi allargando le braccia. Aveva spiegato che «c'è la disponibilità da parte del governo di Tunisi di esaminare la questione e la nostra volontà di farlo in modo assolutamente civile». «Ovviamente - aveva detto il premier - c'è l'assoluta volontà di trovare soluzioni che vadano nella direzione del controllo delle coste da parte della Tunisia. Noi daremo il nostro aiuto affinché il controllo sia efficiente e capillare». Berlusconi aveva anche commentato quanto sta accadendo, spiegando che l'esodo dalla Tunisia è «comprensibile», perché i giovani tunisini «cercano un miglioramento delle condizioni di vita», ma questo «crea inconvenienti», soprattutto a Lampedusa, e dunque «dobbiamo trovare una soluzione». Il premier si era soffermato sui rapporti «sempre di grande amicizia» tra Italia e Tunisia, aveva garantito «la più ampia collaborazione» all'esecutivo di transizione «nel momento storico della passaggio alla democrazia». Ed era sembrato assumere i toni del buon padre di famiglia: «In un momento difficile per l'economia della Tunisia, un certo numero di giovani decidono di guardare all'Europa, sempre considerata l'Eldorado per i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, che finora hanno vissuto in regimi che non conoscevano democrazia e libertà. È ovvio cercare un miglioramento delle proprie condizioni di vita, è del tutto comprensibile questa volontà di crearsi una nuova vita». Nel pomeriggio la netta frenata dei tunisini quando Berlusconi era già in volo; una volta giunto a palazzo Grazioli arriva anche la conferma che l'accordo non potrà essere firmato a breve. Si tratta ancora con l'obiettivo è proprio quello di portare a casa un consistente numero di rimpatri. L'ultima soluzione che è circolata ne prevede addirittura 400 al giorno, a partire da domani. L'Italia si è impegnata però a mettere a disposizione addestramento e mezzi per le forze di polizia (una decina di motovedette, una cinquantina di jeep, apparecchi radar) per un valore di 75 milioni, oltre a linee di credito supplementari per circa 150 milioni che consentano di rilanciare le attività economiche. In serata, il Cavaliere riceve lo stato maggiore dei leghisti per affrontare la situazione che va complicandosi di ora in ora. E proprio mentre inizia questo nuovo vertice, a Strasburgo la commissaria europea agli Affari Regionali, Cecilia Malmstrom, avverte: se il flusso di sfollati dalla Libia aumenterà, la Commissione europea pensa di attivare la direttiva 55 del 2001 che permette di concedere asilo per almeno un anno «nel territorio degli stati membri». Un assist importante per il Cav che riesce ad aver il via libera del Carroccio sul «permesso di soggiorno temporaneo» per i migranti. Il documento consentirà agli stranieri la libera circolazione nell'area Schengen e dunque la possibilità di lasciare l'Italia per altri Paesi europei. E la Lega sarà più tranquilla.

Dai blog