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"Ma ora Luca si decida"

Luca Cordero di Montezemolo

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Montezemolo pronto a scendere in campo? I partiti restano freddi. Stavolta potrebbe essere quella buona. Ma anche no. S'è detto «tentato» dalla politica. Che non significa «scendo» in politica o, al limite, come direbbe lui in stile guru del terzo millennio, «salgo» in politica. Non bastano i filologi per capire se Luca Cordero di Montezemolo si getterà nella mischia o resterà a fare l'anima bella. Non si sa. È certo però che anche il terzo polo, di cui Luca dovrebbe incarnare la leadership, s'è stufato del tira e molla del presidente della Ferrari. Una volta dice sì, poi fa retromarcia e nega qualasiasi interesse che non sia la «politica» in senso alto e ampio. Poi torna ancora sui suoi passi. Come due giorni fa. Ma «al lupo» «al lupo» finisce che non ci crede più nessuno. A cominciare da Pierferdinando Casini che è il leader in pectore del terzo polo e che dunque avrebbe tutto da perdere dall'impegno politico dell'ex presidente di Confindustria. «La società civile non può fare tatticismi come i peggiori vecchi politici. Montezemolo la smetta con i sì o i no. Entri in campo, si muova, che tutti noi lo aspettiamo per cambiare le cose» ha detto il leader dell'Udc. «Il Paese sta andando a fondo - ha aggiunto Casini - con le buffonate degli uni, le buffonate degli altri, con Berlusconi che annuncia che compra case. È ora di finirla. Andiamo al voto. Questa paralisi sta ammuffendo il paese». Una «legnata» che ha il sapore dell'ultimatum. Ma la situazione è più complessa. Secondo i sondaggi commissionati dall'area centrista, che oltre al partito di Casini lega anche Fli di Fini e Api di Rutelli, un'eventuale lista civica guidata da Montezemolo avrebbe tra il 6 e il 7 per cento dei voti, a cui aggiungere il 13-14 della terza coalizione. Risultato: il 20 per cento. Dunque, è il ragionamento dei terzopolisti, se si andasse alle elezioni con Pdl-Lega da una parte e Pd-Idv e Sinistra dall'altra (che avrebbero più o meno gli stessi voti), allora il boccino finirebbe in mano proprio di Udc-Fli-Api e Montezemolo. Peccato, però, che lo schema politico che avrebbe in testa il presidente della Ferrari è diverso e condannato alla sconfitta. Lui, infatti, punterebbe piuttosto a diventare candidato premier di una coalizione più larga, formata da Udc-Fli-Api e Pd (senza Idv e Sinistra). In questo caso però i sondaggi darebbero la vittoria netta al centrodestra di Berlusconi. Fantapolitica? Può darsi. Fatto sta che il tira e molla di Montezemolo ha catalizzato il confronto politico. A differenza di Casini, il segretario dell'Udc Cesa è entusiasta: «Ben venga che gente come Montezemolo partecipi alla vita politica. Speriamo che lo faccia davvero, c'è bisogno di personalità come quella di Montezemolo che diano una mano». Ancora più contento Italo Bocchino di Fli che «offre» il terzo polo: «Credo che Montezemolo possa iscriversi alla grande coalizione del "nuovo" che potrebbe nascere al momento dell'apertura della terza Repubblica». Ovviamente c'è chi non è d'accordo. «Se Montezemolo vuole scendere in politica lo faccia, se non vuole farlo rimanga in questa posizione intermedia, sono scelte sue. Deve scegliere come si colloca, in quale schieramento» ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto mentre il ministro del Lavoro Sacconi è più laconico: Montezemolo in campo? «Non è la prima volta che lo dice».

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