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Ecco il governo degli intelligenti

Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari

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Ministri e sottosegretari del primo governo Montezemolo in Italia sono già ai box di partenza pronti a farsi avanti nel caso che il sogno del «nuovo montezemoliano» si traduca in realtà. La possibile squadra da schierare si può già immaginare. Si parte dal vicepremier. In pista Francesco Rutelli, il leader dell'Api. Ma questioni di equilibrio imporrebbero anche un posto da numero due al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Il quale potrebbe però preferire lo spazio politico che occupa oggi. Bis alla presidenza della Camera, dunque. Al delicato snodo del sottosegretariato della Presidenza del Consiglio ben figurerebbe l'ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, oggi alla presidenza di Rcs libri. Diplomatico e felpato quanto basta per gestire il lavoro dalle stanze di potere di Palazzo Chigi. All'Economia si profilerebbe l'arrivo del professore Mario Monti. L'ex eurocommissario Ue ha, dalla sua, la credibilità internazionale necessaria a rassicurare i mercati finanziari dopo l'uscita di Giulio Tremonti. Nomina tutta da decidere invece per il socio in affari Diego Della Valle. All'imprenditore marchigiano potrebbe essere offerta la poltrona dello Sviluppo Economico. Ma vista la sua posizione di ambasciatore del «made in Italy» nel mondo potrebbe essere tentato dal chiedere la sedia della Farnesina. In quel caso potrebbe essere braccio di ferro con Pier Ferdindando Casini, leader dell'Udc. Che visto il suuo ruolo di asse portante della nuova maggioranza potrebbe vincere facilmente. Possibile l'arrivo al ministero di Grazia e Giustizia di Francesco Greco, sostituto procuratore aggiunto e capo del pool per i reati finanziari della Procura di Milano. Candidatura scontata all'Istruzione per Pier Luigi Celli, che i problemi di scuola e università li conosce a menadito: oggi è direttore generale della Luiss, l'università privata della Confindustria. Duello in vista per il dicastero dello Sport, conteso tra la ex Giovanna Melandri e Nerio Alessandri, proprietario della Technogym e che, con le sue macchine da allenamento in casa, ha invaso il mondo. Scelta quasi obbligata quella di Beppe Pisanu agli Interni, uomo di stato e di garanzia da sempre. Stesso discorso per la Salute da affidare al «sempreverde» Umberto Veronesi che segnerebbe così il suo ritorno alla guida della sanità pubblica. Scontato l'ecologista e antinuclearista Ermete Realacci (Pd) all'Ambiente. La via italiane delle energie rinnovabili è senza ritorno. Tolto un Letta, Gianni oggi nel governo Berlusconi, se ne fa un altro, Enrico, dato in arrivo al ministero del Welfare nel governo Montezemolo. Restano l'Agricoltura alla quale sarebbe candidata ideale Rosy Bindi. Altra donna, Linda Lanzillotta, alla Semplificazione amministrativa. Affari Regionali ad Andrea Mondello (con delega per Roma Capitale suo territorio d'elezione) e l'economista Tito Boeri alle Infrastrutture. Difesa difficile da assegnare. In pista tra gli altri Matteo Colaninno e Massimo Cacciari. Ai Beni Culturali posto sicuro per Eugenio Scalfari. Nessuna critica possibile, lì un giornalista, Alberto Ronchey, ci è già stato. Ci saranno anche sottosegretari. Non molti. Uno solo si può citare. Italo Bocchino chiamato, nel caso, a gestire la delega sui servizi segreti.

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