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Governo battuto dai senatori assenti

Il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello

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Non è certo un voto che può cambiare le sorti del governo e della maggioranza. Ma è comunque il fastidioso segnale che troppo spesso i parlamentari del centrodestra sono assenti in aula durante i lavori. La scorsa settimana è successo alla Camera, quando il centrodestra è andato «sotto» su due emendamenti dell'opposizione sull'istituzione del Garante dell'infanzia, ieri è successo al Senato mentre si stava discutendo la nuova legge di contabilità dello Stato, approdata in aula nel pomeriggio. È passato infatti un emendamento presentato dall'Udc che modifica la legge riguardo all'articolo sul coordinamento della programmazione finanziaria con il semestre europeo. Il testo dei centristi stabilisce che i disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica devono essere presentati alle Camere entro il mese di gennaio di ogni anno. Niente di irreparabile, ma al momento del voto in aula a palazzo Madama mancavano un bel gruppetto di leghisti e di esponenti del Pdl. Per questo dal partito di Berlusconi è stata spedita una lettera a tutti i senatori richiamandoli a un maggior impegno in aula. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vice del Pdl, hanno comunque voluto «raffreddare» gli entusiasmi del centrosinistra. «Non vorremmo deludere l'opposizione e i suoi squilli di tromba, né mancare di cavalleria nei confronti della collega Finocchiaro che ci lusinga di tanta attenzione - hanno spiegato – Se ci trovavamo fuori dall'aula è perché stavamo riflettendo sui documenti parlamentari in vista della seduta di domani dedicata alla Libia, ed eravamo consapevoli che l'emendamento in quel momento in votazione non muta alcunché nell'assetto della legge». «La maggioranza, come si è visto nelle successive e ben più rilevanti votazioni – è la conclusione – è presente e coesa. Se queste sono le glorie di cui la collega del Pd va in cerca, da gentiluomini siamo ben lieti di averle donato un'illusione di vittoria, benché degna di Pirro».  In mattinata, però, la maggioranza era stata battuta a palazzo Madama anche in Commissione Affari Costituzionali sul decreto che istituisce la giornata del 17 marzo, che già è stata celebrata, come festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia. È passato infatti un emendamento dell'Idv che stabilisce questa data come giorno dell'indipendenza nazionale da celebrarsi ogni anno. Il decreto comunque dovrebbe essere modificato dall'Aula del Senato ristabilendo il testo originale che prevede la festa solo per il 2011. Ma le assenze in aula non sono l'unico problema che mette in agitazione la maggioranza. Ieri due esponenti dei Responsabili, Domenico Scilipoti e Bruno Cesario, hanno minacciato di lasciare il gruppo. «Inutile parlare di organigrammi e di posti se prima non si trova un accordo sul programma con Pdl e Lega – ha spiegato Scilipoti – Spero che al più presto si possa avere un incontro e una discussione sia all'interno del nostro gruppo, che dovrebbe esprimere una posizione comune, sia con gli altri alleati della maggioranza. Noi vogliamo fare politica e se non si fa politica io e Cesario siamo anche pronti a uscire dal gruppo dei 29 e decidere di volta in volta come comportarci». Una minaccia che arriva proprio alla vigilia dell'incontro di stasera tra i Responsabili e Berlusconi. E sul tavolo ci sarà soprattutto la questione delle nuove nomine nel governo.

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