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Berlusconi insiste Avanti con le riforme

Silvio Berlusconi

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L'atteso messaggio ai Promotori della Libertà è arrivato ed in primo piano c'è ancora il tema della giustizia. Lasciata a Tremonti la gestione totale del piano di sviluppo del Paese, Berlusconi torna a concentrarsi sulla questione che più gli sta a cuore. Mano a mano che si avvicina la data del processo chiesto con il rito abbreviato, il premier sente più incalzante l'azione della magistratura per metterlo nell'angolo. Non basta a rincuorarlo la diaspora che continua incessante da Fli e la sconfitta palese del progetto finiano di scalzarlo. Davanti a lui c'è ancora la trappola dei pm, dei processi in sospeso. Così ieri parlando ai Promotori della Libertà lancia un messaggio chiaro: «non è vero che il governo è paralizzato come dice l'opposizione ma continua a lavorare nonostante le insensate iniziative dei pm di Milano». Anzi l'azione dell'Esecutivo è stata resa più «spedita dall'uscita dalla nostra maggioranza di Fini e dei suoi che avevano sempre da ridire su ogni nostra iniziativa e ritardavano di proposito le riforme, in particolare, quella della giustizia e quella sulle intercettazioni». La conferma è che a giorni in un Consiglio dei ministri straordinario sarà affrontata la riforma costituzionale della giustizia che avrà come pilastri la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati. È un passaggio obbligato giacchè «la giustizia è divenuta sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto». Inoltre liberando la giustizia da lentezze e inefficienze, «gli investitori stranieri saranno incoraggiati a venire in Italia». Non solo. Berlusconi torna sulle intercettazioni telefoniche e ribadisce che «sarà introdotta una disciplina per porre fine agli abusi e alle vialazioni della privacy che si verificano anche in danno di chi non è neppure indagato». Si tratta di «scoraggiare la pratica di fornire ai giornali il risultato delle intercettazioni» come accade negli Stati Uniti «dove chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera». Queste novità saranno accompagnate da una riforma elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura per «ridurre quella che oggi è una politicizzazione eccessiva». Poi respinge al mittente le accuse di «alimentare tensioni o conflitti tra le istituzioni», sottolineando di contro di aver «operato con determinazione per fare esclusivamente l'interesse dell'Italia». E ricorda che il governo è riuscito «a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale, garantendo la tenuta dei conti e del bilancio dello Stato». Ricorda le riforme, dalla scuola all'Univesrità alle pensioni e alle misure per le imprese, che «hanno consentito di mettere i mattoni della ripresa economica». Berlusconi ha annunciato che a breve porterà il problema degli immigrati all'attenzione dell'Unione Europea, «così che tutti si facciano carico in modo concreto del problema». «Si tratta di un fenomeno che può assumere dimensioni molto rilevanti e che non riguarda soltanto l'Italia». Intanto continua il lavoro degli avvocati del premier. Oggi si vedranno Niccolò Ghedini, Piero Longo e Giorgio Perroni a Milano per mettere a punto una strategia, ovvero utilizzare i legittimi impedimenti per bloccare solo due processi, la presunta corruzione dell'avvocato inglese David Mills e la vicenda Ruby, lasciando andare avanti gli altri due, Mediaset e Mediatrade, che saranno anche i primi a riprendere in ordine di tempo. Il 28 febbraio infatti riprenderà il processo sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset dove il premier risponde di frode fiscale. Sabato 5 marzo toccherà all'udienza preliminare di Mediatrade, controllata Mediaset al 100 per cento, con le accuse di appropriazione indebita fino al 2006 e frode fiscale fino al 2009.

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