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«Perdono pezzi ma il terzo polo non si ferma»

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.Ci saranno riflessi negativi anche sul terzo polo? «Fli attraversa un momento travagliato ma prevedibile per una nuova forza politica. Comunque mi sembra che Fini stia cercando un equilibrio. Non credo che il terzo polo ne sarà indebolito: resta l'unico esito possibile della critica al bipolarismo. E questo Fini l'ha sempre ribadito chiaramente». D'accordo ma non le sembra che i toni ferocemente antiberlusconiani del partito di Fini, che tra l'altro sarebbe anche presidente della Camera, rischino di allontanare tanti elettori delusi dal Pdl? «Vede, ognuno ha la sua storia e quella di Futuro e Libertà è segnata dalla separazione da Berlusconi. Credo che il movimento di Fini non potrebbe essere connotato diversamente, almeno in questa fase». Sì ma l'Api, il suo partito, ha sempre evitato toni eccessivi. E poi, scusi, ma non era Fli che doveva portare nel terzo polo i voti di centrodestra? «Api ha sempre criticato le forze che si caratterizzano soltanto per l'antiberlusconismo. Ma vorrei ricordare che Fini è stato cacciato dal Pdl e che dunque è inevitabile un approccio di quel tipo». A che punto è il terzo polo? «Opera sulla base di un coordinamento parlamentare che si sta consolidando e quanto prima metteremo a punto anche un coordinamento politico. Il primo passo l'abbiamo fatto a Todi». Ma chi è il leader del terzo polo? Casini, Rutelli o Fini? «Questa domanda si potrebbe porre agli altri due schieramenti, pensi al Pd ma anche al Pdl. Chi è il leader di questi partiti? Il punto è che le coalizioni stanno cambiando, stanno costruendo nuovi percorsi. In ogni caso risponderemo a questo quesito quando le elezioni saranno imminenti». Pensa che si andrà a votare presto? «Non lo so, bisognerebbe avere la sfera di cristallo. Ma all'Italia servirebbe l'unione delle forze responsabili per il bene del Paese. Voglio ricordare che oggi il governo si è spaccato sull'unità d'Italia, una cosa davvero incredibile». A proposito della Lega, qualcuno sostiene che lei dovrebbe lasciare il posto nella Commissione bicamerale sul federalismo avuto quando era ancora nel Partito democratico... «La composizione della Commissione è pienamente legittima, come ha ribadito pochi giorni fa il presidente La Loggia. A parte i precedenti di Villari e Pionati, la composizione originaria delle Commissioni può essere modificata soltanto dopo dimissioni spontanee. In ogni caso il vero problema non è questo ma la qualità del federalismo fiscale. Come ho sempre detto il provvedimento si riduce a "più tasse per tutti". È una sberla ai cittadini. Altro che la composizione della Commissione».

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