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Incontro Cav-Bertone

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Il premier Silvio Berlusconi con il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone

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Berlusconi e Bertone si incontrano. Non da soli, e non privatamente. Il presidente del Consiglio e il Segretario di Stato Vaticano avranno modo di incontrarsi oggi all'ambasciata presso la Santa Sede, alle consuete celebrazioni dei Patti Lateranensi del 1929 e dell'accordo di revisione del Concordato del 1984. Un incontro istituzionale, scandito dal protocollo: prima una bilaterale tra le due delegazioni (Berlusconi, Letta e Frattini per l'Italia, Bertone, il sostituto Filoni e Dominique Mamberti, segretario dei Rapporti con gli Stati Esteri per il Vaticano); quindi un incontro più allargato, in cui intervengono le prime tre cariche dello Stato (il presidente Napolitano e i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani) e Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, insieme con altri ministri, e presidenti dei gruppi parlamentari, infine, la cerimonia vera e propria, cui partecipa un nutrito gruppo di invitati, tra parlamentari e membri del mondo ecclesiale. Oltretevere specificano che non ci saranno incontri. Che nessun faccia a faccia tra Bertone e Berlusconi è previsto. Ma è semplice protocollo. Certo, ci sarà occasione di parlare a quattrocchi durante la cerimonia vera e propria. Incontri perlopiù informali, non ufficiali. «Si tratta comunque - afferma un funzionario vaticano - di un gesto necessitato e non voluto». Sarà un momento per discutere in modo equilibrato circa il rapporto intergovernativo. Le relazioni tra Italia e Santa Sede fanno parte delle normali relazioni istituzionali che intercorrono tra due Stati. Relazioni istituzionali che prescindono dalla cronaca politica, e guardano piuttosto a prospettive più larghe. «In fondo - ragionano sempre da Oltretevere - se il cardinal Gasparri si fosse lasciato trascinare da quella che era la realtà italiana dell'epoca, non ci sarebbe mai stato un Concordato nel 1929. Ed è bene ricordare che gli accordi si fanno soprattutto con le persone di cui non ci si fida». Insomma, se imbarazzo c'è per il caso Ruby e il rinvio a giudizio del presidente del Consiglio, non riguarda comunque i rapporti istituzionali. La volontà è quella di fare il punto della situazione, come si fa ad un compleanno, quando si guarda indietro a ciò che è stato fatto e ciò che ancora c'è da fare. E i temi sul tavolo sono moltissimi: la legge sul fine vita (presto in discussione in Parlamento), i sovvenzionamenti per le scuole paritarie, il quoziente familiare. Addirittura - ma è solo un rumor - l'ipotesi di una nuova revisione del Concordato, accreditata anche dalla Lectio Magistralis che monsignor Georg Gaenswein, segretario personale del Papa, ha tenuto martedì all'Università per Stranieri di Perugia, che gli ha conferito una laurea honoris causa. Gaenswein ha spiegato di aver «solo messo in fila le possibilità». Ma si tratta senza dubbio di un testo meditato, che lancia un segnale preciso. Su questi temi si gioca il rapporto tra Italia e Santa Sede. Che va oltre la contingenza politica.

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