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Santoro è partito

Michele Santoro

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Il 13 febbraio si fronteggeranno in piazza a Milano. Da un lato il Pdl, il Popolo della libertà. Dall'altro il PdS, il Partito di Santoro. Perché dopo aver litigato in diretta televisiva con il direttore generale della Rai Mauro Masi, il «teletribuno» di Annozero è pronto alla sua prossima battaglia. E siccome Silvio Berlusconi, al contrario di Gad Lerner e Giovanni Floris, lo snobba e non gli telefona in diretta, Michele ha deciso di sfidarlo pubblicamente convocando le sue «truppe» davanti al tribunale del capoluogo lombardo. Sarà una manifestazione in difesa dell'indipendenza dei magistrati e della libertà di informazione. In estrema sintesi una manifestazione contro il Cavaliere. Nello stesso giorno e nella stessa città il Pdl ha già annunciato un'iniziativa a sostegno del premier e contro la giustizia politicizzata. Ora bisogna solo aspettare e vedere chi riuscirà a portare più persone in piazza. Ma una cosa è già oggi evidente. Mentre l'opposizione parlamentare incassa figuracce su figuracce, quella mediatica è viva e vegeta. Ed è probabilmente l'unica che ancora impensierisce Silvio. Santoro ne è il leader indiscusso. La giornata di ieri lo conferma. Il conduttore di Annozero convoca una conferenza stampa nella sede della Fnsi. Al suo fianco Sandro Ruotolo e Marco Travaglio. Chi si aspetta parole di fuoco contro Masi che giovedì sera è intervenuto telefonicamente in trasmissione per dissociarsi dall'impostazione della puntata dedicata al Ruby-gate, rimane deluso. Il vero obiettivo di Michele è il premier. Certo, prima bisogna celebrare i dati di ascolto (record stagionale con 7milioni e 87mila spettatori, 25,72% di share). Bisogna ricordare che «togliere una trasmissione come Annozero significherebbe fare un grande regalo alla concorrenza». Quindi l'attacco: «Quella del premier che chiede la chiusura di una trasmissione come la nostra è una incredibile invasione di campo. È lo stravolgimento della democrazia». E ancora: «In questo Paese c'è una cabina di comando che decide tutto in funzione degli umori del premier, e noi non possiamo dipendere dai suoi umori». Michele racconta le sue tribolazioni per riuscire ad ottenere la presenza di un ospite di centrodestra alla puntata di giovedì e di come, dopo disponibilità annunciate e rifiuti, «improvvisamente si sia presentato l'onorevole Francesco Paolo Sisto. Mi dice che era l'uomo che il Pdl aveva designato per partecipare alla trasmissione. Dietro di lui 60 ragazzi del Pdl con una camicia tricolore. A questo punto sono stato costretto a dire all'onorevole Sisto che era venuto alla festa senza invito» «Ci massacrano dalla mattina alla sera - insiste -. Ed è un pericolo aizzarci la gente contro perché noi non abbiamo le scorte. Berlusconi chiede rispetto ma lui non rispetta gli altri. Per questo staremo fermi davanti al tribunale nel giorno che il Pdl farà la sua manifestazione». Santoro fa il suo appello assieme a Travaglio e Barbara Spinelli. E spiega: «Non ci saranno bandiere né simboli. La manifestazione sarà in difesa dell'indipendenza dei magistrati, della libertà di informazione e dei valori della Costituzione». La sfida è lanciata, ma in attesa che il PdS possa contendere a Berlusconi la guida del Paese, Michele dovrà fare i conti con le sanzioni che potrebbero arrivare. Il giorno chiave è giovedì 3 febbraio. In quella data, infatti, il «caso Annozero» dovrebbe finire sul tavolo del cda Rai e del Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (ieri anche il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha sollecitato un intervento dell'Agcom), mentre è già all'ordine del giorno della riunione del Comitato per l'applicazione del codice di autoregolamentazione sui processi in tv. Martedì, invece, se ne occuperà la Vigilanza. Poco male, Santoro, ormai è partito.

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