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Bondi è salvo. Figuraccia a Sinistra

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Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi

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Tanto rumore per nulla. La mozione di sfiducia al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi è stata bocciata con 314 voti (stessa maggioranza del 14 dicembre scorso). L'opposizione si è fermata a 292. Ma la giornata è stata lunga. Le dichiarazioni di voto non sono ancora cominciate che Giorgio La Malfa prende la parola e descrive «penosa» la difesa «solitaria» del responsabile dei Beni culturali. Piuttosto, precisa, «dovrebbe esserci il premier». Ma si tratta di una mozione individuale e quelle sono le regole, chiarisce il presidente della Camera Fini. Accanto a Bondi ci sono ministri e sottosegretari: Alfano e Romani a sinistra e a destra, Giro nei banchi più sotto. Poi arrivano tutti gli altri. Lui, il ministro messo in discussione, comincia proprio da La Malfa che definisce, tanto per porgere l'altra guancia, «persona che stimo da molto tempo». Poi guarda avanti e attacca: «Sapete chi ha dato il colpo mortale al finanziamento della cultura in questi ultimi anni? Siete stati voi della sinistra. Molti di voi non lo sanno. Nel 2007 la legge finanziaria per il 2008, presidente del Consiglio Romano Prodi, ha stabilito che i proventi dei biglietti di ingresso ai musei e alle aree archeologiche fossero assegnate al Tesoro per poi essere riassegnate alla cultura ma nella misura massima del 50 per cento. Questo in termini di tagli ha significato meno 150 milioni di euro. Dov'era allora l'onorevole Rutelli?».   Poi ha aggiunto: «È verissimo che l'Italia spende meno degli altri paesi europei, e questo è uno scandalo. Ma è colpa mia se l'Italia investe di meno nella cultura? È colpa del governo? No, è una responsabilità delle classi dirigenti del paese che hanno sottovalutato il ruolo che la cultura può avere». Il ministro ha anche precisato: «È altrettanto vero che spendiamo male. E addirittura non siamo in grado di spendere le risorse che abbiamo. Dal 2002 ad oggi c'erano nelle casse di Pompei circa 50 milioni di euro da poter spendere. I soli biglietti rendono 22 milioni di euro. Ma vi rendete conto di cosa si potrebbe fare con questi soldi?». Bondi ha replicato alle accuse del Pd: «Non mi sono accorto degli straordinari risultati dei miei predecessori, salvo forse finanziare con soldi pubblici registi tanto adulati quanto poco apprezzati dal pubblico». I numeri? Fondi ai film per 266 milioni di euro a fronte di incassi per 43. Resta ovviamente tanta amarezza: «Con la mozione di sfiducia contro il ministro dei Beni culturali è stata introdotta una prassi nuova nella politica del Paese. D'ora in avanti in luogo del confronto democratico e politico, si potranno presentare mozioni di sfiducia individuali per attaccare e umiliare gli avversari politici» ha detto ancora Bondi. Anche perché, ha precisato il ministro, «non ho ancora capito le ragioni, perché chiedete le mie dimissioni. Da quello che ho capito la mia colpa sarebbe quella di essere stato remissivo se non accondiscendente rispetto ai tagli del ministro Tremonti. È la prima volta che una mozione di sfiducia individuale riguarda non responsabilità individuali ma politiche e collegiali. E sia chiaro: io non ho mai scaricato su altri le mie responsabilità e tanto meno su Tremonti». Alla fine la sfiducia non è passata ma Sandro Bondi è rimasto amareggiato. Per questo non parteciperà al prossimo consiglio dei ministri e si prenderà una pausa di qualche giorno. Anche se sembra tramontata l'ipotesi di presentare lo stesso le sue dimissioni. L'opposizione non ha risparmiato critiche: «Questo Paese ha bisogno di un cambiamento radicale e di un nuovo governo. Accettate, dunque, le nostre proposte: lei, ministro, lasci il ministero dei Beni culturali, un ministero che non è stato capace di far funzionare o che forse non ha amato. Berlusconi si dimetta. E allora riusciremo a parlare anche di vero federalismo, di cultura, di un'altra Italia» ha detto il vicepresidente vicario dei deputati del Pd Michele Ventura. Per finiani e Udc la notizia della giornata è un'altra: «314 erano e 314 sono rimasti - dicono da Fli Granata e Briguglio - Tanti saluti all'allargamento della maggioranza e all'operazione responsabili».  

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