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La stretta del Papa sulla finanza Vaticana

Papa Benedetto XVI

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Sarà un'Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) a garantire trasparenza e controllo dei movimenti interni ed esterni dello Ior, la cosiddetta «banca vaticana»: è questa la novità principale del motu proprio di Benedetto XVI che adeguerà la banca alle normative europee antiriciclaggio, spianando la strada verso l'inserimento dell'istituto di credito vaticano all'interno della white list delle banche virtuose, ovvero delle banche perfettamente adeguate alla normativa antiriciclaggio. Comincia da oggi il nuovo corso dello Ior, segnato dalla linea della trasparenza voluta da Benedetto XVI. Era necessario, intanto, firmare le nuove norme entro l'anno. Altrimenti, in base agli accordi monetari firmati da Vaticano e Unione Europea il 17 dicembre 2009, c'era il rischio che Oltretevere perdessero la possibilità di coniare monete ed emettere francobolli. Alcune norme più restrittive sono già entrate in vigore, da quando il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro (poi confermato gli scorsi giorni) di 23 milioni di euro depositati presso il Credito Artigiano. A nulla è servita la piena disposizione a collaborare del presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e del direttore generale della banca Paolo Cipriani, che sono anche andati a parlare davanti ai giudici. Di questi 23 milioni, 20 erano destinati a un conto su banca JpMorgan in Germania e 3 erano destinati alla Banca del Fucino per operazioni correnti. Da quando i fari degli ispettori di Bankitalia si sono accesi sullo Ior, era diventata ancora più evidente ai vertici della banca la necessità di cominciare a stringere sulle operazioni dello Ior.   Da qualche tempo sono già state messe in atto delle procedure che saranno contenute nel Motu Proprio. Già da giugno, chiunque vuole fare un versamento alla banca superiore ai 5 mila euro deve compilare una modulistica dettagliatissima. I moduli finiranno tutti all'Aif, che li terrà in archivio e a disposizione sia per verifiche esterne che interne. Un'altra novità sarebbe la chiusura della sezione speciale dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), la "banca centrale" vaticana. Fino ad ora, l'Apsa disponeva per i suoi conti di una sezione ordinaria e una speciale, dove andavano a finire i soldi di situazioni particolari. Ad esempio, era lì che transitavano i soldi della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, dicastero vaticano che gode di un bilancio autonomo. Ora tutto passerà all'interno della sezione ordinaria, e sarà sottoposto al controllo dell'Aif. In questo modo, i controlli saranno centralizzati all'interno di un'unica struttura. Sono "aggiustamenti" che rispettano l'accordo dell'Unione Europea, che chiedeva maggiore vigilanza e controllo sulle frodi e l'inasprimento della lotta al riciclaggio di denaro sporco. Terzo punto dell'accordo, la libera circolazione di una certa quantità di euro con l'effigie papale, finora destinate soprattutto ai collezionisti. È un cambiamento epocale per la Banca Vaticana, i cui conti non sono nominali ma attribuiti attraverso una cifratura di codici. Sistema, questo, che ha permesso a molti di utilizzare la banca vaticana con fini impropri. Quasi sempre, si tratta di soggetti esterni al Vaticano, che riuscivano ad aprire un conto grazie a rapporti personali, e che di questo conto facevano un uso che poco si addiceva ad una struttura della Santa Sede. Si è parlato insistentemente della chiusura di questi conti. Per ora, però, tutto dovrebbe rimanere invariato.  

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