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Ma ai leghisti l'accordo non piace «Il governo è nelle nostre mani»

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Altelefono di Radio Padania Libera i leghisti hanno ribadito la loro ostitilità nei confronti dell'Udc ma soprattutto per il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Ma come si fa - ha detto un ascoltatore ai microfoni di "Che aria che tira" - ad accettare gente così?». Un altro ha rincarato la dose: «Finalmente abbiamo dimostrato che la Lega è la vera ossatura del governo e che non abbiamo bisogno né di Fini né di Casini». Gli ascoltatori hanno voluto dire la loro anche sugli scontri a Roma: «La polizia - ha detto un leghista - deve avere le mani libere». Marta da Cernobbio, una militante leghista, ha mandato una preghiera al conduttore: «Per cortesia non farmi più sentire Fini». Un altro leghista ha invece scelto la mail per comunicare il suo dissenso per la scelta del conduttore di far risentire il discorso di Fini: «Ci hai rotto i ...». Franco da Genova si è detto stupito per il fatto che dopo il voto alla Camera più nessuno ha parlato di elezioni: «C'è un tono compiaciuto nelle dichiarazioni del dopo voto. Io faccio notare che c'era una differenza di cento deputati e ora di tre». Compito del conduttore tranquillizzare la base: «Sarà Bossi a decidere su eventuali alleanze». Anche l'intervento di Italo Bocchino non è piaciuto ai leghisti: «Ha dimostrato tutta la sua malafede. Meglio Di Pietro di Bocchino. Padania Libera, Secessione!». Dal lago Maggiore un altro elettore del Carroccio ha detto la sua anche sul Terzo polo: «Sono contento per ciò che è accaduto oggi. Il Terzo polo? Potremmo falo noi andando da soli».

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