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Berlusconi: "Questo governo è l'unico possibile"

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La replica: "Nessuna compravendita di deputati"

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Il premier Silvio Berlusconi parla ha cominciato intorno alle 11 di questa mattina le sue comunicazioni all'Aula della Camera sulla situazione politica. In Aula c'è il tutto esaurito, così come nelle tribune della stampa e del pubblico. Il presidentte del Consiglio siede tra i ministri Tremonti e Frattini. Davanti a lui c'è il sottosegretario Gianni Letta. Il banco del governo è pieno di ministri e sottosegretari.  Come non succedeva da diverso tempo, è affollata la tribuna riservata al corpo diplomatico. Berlusconi si è girato brevemente verso il banco della presidenza nel momento in cui ha cominciato il suo intervento. "Signor presidente...", ha detto rivolto a Gianfranco Fini, e poi ha proseguito il suo intervento. "Signori deputati, oggi il governo che ho onore di presiedere si rivolge al Parlamento che è il luogo in cui la sovranità popolare trova la sua più alta espressione. I Governi democratici traggono il loro buon agire dal consenso, tra Parlamento e il governo non possono esserci contrapposizioni", afferma il premier.   GOVERNO E PARLAMENTO - "Con il voto del 2008 ci fu la prima grande riforma voluta e certificata dal popolo nel segno di un bipolarismo maturo, mettendo in archivio le pratiche della vecchia politica" e "gli elettori hanno raccolto e premiato il nostro appello a rendere chiaro il panorama politico". Berlusconi sottolinea così come fu positiva "la riduzione drastica della frammentazione politica" che ha segnato "un grande cambiamento". La minoranza, per tanto,  "deve avere rispetto per la legittimità della maggioranza e del governo". Per quanto riguarda il clima politico Berlusconi ha rilevato che "c'è ancora troppo odio. L'Italia è vittima di un passato che non passa", ha affermato. "Vedo troppo odio in giro, un odio che può armare la mano dell'eversione. I segnali si sono intensificati e tutti dobbiamo esserne preoccupati". EVITATI LICENZIAMENTI DI MASSA - "È necessario guardare avanti con saggezza e con realismo", ha detto il premier che poi ha ricordato quanto fatto dal governo contro la crisi economica. "Abbiamo evitato i licenziamenti di massa, tutelato i lavoratori maggiormente colpiti rendendo più flessibile lo strumento della cassa-integrazione, esteso gli ammortizzatori ai lavoratori precari e a tanti altri come gli apprendisti, gli interinali. Il governo ha merito di non aver compiuto l'errore di aumentare il deficit con la spesa pubblica nell'illusione che questo avrebbe fatto ripartire la spesa pubblica - spiega il premier -. L'Italia aveva bisogno di rigore e lo abbiamo fatto tenendo in regola i conti pubblici". Per affrontare la crisi economica internazionale "l'Italia aveva bisogno di rigore e credibilità e lo ha fatto mantenendo in ordine i conti pubblici e salvaguardando i redditi delle famiglie: abbiamo fatto la scelta giusta". Il premier ha ricordato come già "durante la campagna elettorale avevamo avvertito che si annunciavano tempi difficili per l'economia e ci siamo preparati al precipitare della crisi. Nessuno, certo, poteva pensare che fosse così grave e così profonda, ma pur partendo da enormi difficoltà - ha sottolineato - l'Italia ha affrontato la crisi con interventi giudicati positivamente da tutti gli organismi internazionali e ha fatto meglio di altri paesi. Questo - ha rivendicato il premier - è stato possibile anche grazie al modello economico italiano fondato sul tessuto delle piccole e medie imprese, al ruolo sociale delle famiglie e di oltre 8 mila comuni, da un sistema bancario solido grazie alla propensione al risparmio e assistito da garanzie e ammortizzatori sociali. Il Governo - ha concluso il ragionamento - ha merito di aver sostenuto questa realtà positiva e di non aver commesso l'errore di aumentare il deficit e la spesa pubblica".   UNITÀ E RIFORME - "Il federalismo fiscale è stato votato nel suo percorso non solo dalla maggioranza ma da quasi tutte le forze di opposizione e non prevede la benchè minima ipotesi di divaricazione tra Sud e Nord: è vero il contrario", ha rivendicato Berlusconi durante il suo discorso. La riforma federalista "sarà la cerniera unificante del Paese e a vantaggio di tutte le aree e soprattutto del Sud", ha detto il presidente del Consiglio. Aprendo uno dei capitoli più spinosi tra nel contronto tra esecutivo e opposizione il premier ha affermato: "La riforma della giustizia è una priorità del Paese". "L'uso politico della giustizia - dice - "è stato e continua ad essere uno squilibrio tra ordini dello Stato ed è dovere - afferma ancora il Cavaliere - della politica ristabilire l'equilibrio". Per la riforma dell'ordinamento Berlusconi cita i punti cardine dell'azione di governo: riforma del Csm, separazione delle carriere, "rimuovere il macigno della durata dei processi", no all'uso politico della giustizia, piano carceri, aumento indifferibile per le risorse da destinare alla magistratura. A proposito del "tema della ragionevole durata dei processi", che rappresenta una "piaga" per troppi cittadini in attesa di un giudizio definitivo, "il governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento dei processi" e la "delega" per la riforma della magistratura ordinaria. In questo contesto "riteniamo indifferibile un ulteriore aumento delle risorse della giustizia". "Occorrerà intervenire sul Csm con una riforma costituzionale che preveda due organismi separati, uno per la magistratura inquirente e uno per la giudicante", con un "rafforzamento della separazione delle carriere", ha rilevato poi Silvio Berlusconi.   SICUREZZA E IMMIGRAZIONE - Silvio Berlusconi rivendica poi i "risultati senza precedenti" conseguiti dal suo governo nella lotta alla criminalità organizzata, all'immigrazione clandestina e alla criminalità comune. "Mai nella storia della Repubblica sono stati inferti così tanti colpi alla mafia e a tutta la criinalità organizzata". L'obiettivo è "contrastare gli interessi economici della criminalità: in due anni e quattro mesi sequestrati oltre 10 miliardi, più di 3 miliardi le confisce, grazie alle norme varate in questa legislatura. Gli arresti sono stati 6.580, di cui 27 dei trenta latitanti più pericolosi. Risultati senza precedenti, ottenuti grazie all'impegno di Governo, magistrati e forze dell'ordine, che hanno operato in perfetta sinergia con l'esecutivo dando prova che esiste una grande squadra che si chiama finalmente Stato". Berlusconi promette: "Intendiamo continuare lotta senza tregua anche destinando ai ministeri dell'Interno e della Giustizia e alle forze dell'ordine una parte delle somme derivanti dal sequestro dei beni alla mafia. Tra le misure adottate spiccano inasprimento 41 bis, il reato di associazione mafiosa esteso anche alle organizzazioni estere, l'aumento 30 milioni euro del fondo per le vittime mafiosi, il divieto di partecipazione alle gare d'appalto pubbliche per gli imprenditori che non denunciano le estorsioni". C'è poi la lotta alla criminalità comune: "L'impegno di tutte le forze dell'ordine sta dando grandi risultati, guardando ai dati. Accresciuta la sicurezza percepita, grazie all'operazione 'Strade sicure' e al 'modello Caserta' nei quartieri più a rischio". Anche sul fronte dell'immigrazione clandestina, rivendica Berlusconi, "abbiamo ottenuto grandi risultati grazie ai respingimenti e agli accordi internazionali: ridotti dell'88% gli sbarchi dei clandestini, dai 29mila del 2008-2009 ai 3mila dell'ultimo anno. Vogliamo continuare e intensificarla, favorendo al contempo l'integrazione degli immigrati regolari".   OPERE, SUD E MENO TASSE - Nei prossimi anni "saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno" con investimenti "per 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli attuali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento della Salerno-Reggio Calabria", ha annunciato poi Berlusconi, sottolineando che nel 2013 è previsto il completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e che "entro il prossimo dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di Messina. Dal punto di vista fiscale l'obiettivo del governo annunciato dal premier è "ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale rimasto invariato nelle sue parte fondamentali, fin dalla riforma dei primi anni '70, tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire entro la legislatura al varo di norme con revisione su famiglie lavoro, ricerca". Le nuove iniziative imprenditoriali, esemplifica Berlusconi, in alcuni casi "si vedranno ridotte l'Irap a zero. Un'ipotesi importante di fiscalità di vantaggio". IMPEGNO PER FINIRE LA LEGISLATURA - Tirando le somme del suo intervento il prmier ha spiegato che i "cinque punti non sono un elenco di riforme disgiunte ma i capisaldi del sistema Paese che hanno come fine quello di rafforzare le Istituzioni, l'economia, il territorio e il tessuto sociale in modo che l'Italia esca dalla crisi globale e diventi più competitiva". Sono dunque passaggi obbligati per la stabilità del Paese: "Questo governo ha operato bene e non ci sono le condizioni - ha detto ancora Berlusconi - per un'alternativa adesso nell'interesse dei cittadini e di quello che è stato il loro mandato elettorale". "Sono convinto - prosegue il premier rivolgendosi alle forze politiche - che in entrambi gli schieramenti si debba proseguire pur nel riconoscimento delle differenze con alleanze di governo e non cartelli elettorali". "È assoluto interesse del nostro paese non rischiare in un periodo di instabilità una crisi. Occorre fare uno sforzo perchè ciò non accada e moltiplicare l'impegno comune per portare a termine legislatura", ha detto Berlusconi.  

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