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segue dalla prima di ALESSANDRO BERTASI E con quello anche la sigla Fli.

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Unsimbolo, per ora provvisorio, che contiene il tricolore. E stamattina Fini registrerà un videomessaggio che sarà diffuso su internet (sui siti di Generazione Italia, Secolo d'Italia , Libertiamo e naturalmente su Youtube). E che dirà? Una sorta di apertura della campagna elettorale di Fli. Chi ha avuto modo di parlare con Fini ha potuto carpire pochi concetti ma molto chiari: «È un momento gravissimo per la democrazia. Tutta questa storia di Montecarlo è una montatura, il documento che arriva da Santa Lucia è un falso, una patacca clamorosa. Impossibile dire che la casa nel Principato è di Giancarlo Tulliani». In più occasioni ha spiegato: «Non lo possono provare, non lo possono provare». E il concetto dell'indimostrabilità della proprietà del cognato dell'appartamento di boulevard Princess Charlotte viene ripetuto ossessivamente da tutti gli uomini più vicini al presidente della Camera. Il messaggio video di oggi, non diretto alle tv ma alla Rete come si conviene a un partito moderno, conterrà parole pesanti, una denuncia forte, dura. «Figuriamoci se una dichiarazione di un ministro delle Bananas può far dimettere il presidente della Camera italiano», dice a sera Flavia Perina, direttore del Secolo, a Radio Città Futura. Il partito è quasi pronto, oggi il messaggio. In mezzo, l'altra sera, Gianfranco ha visto i suoi. Il presidente della Camera lo sa bene: i panni sporchi si lavano in casa. Certo, poco importa se la casa non è la propria o quella del deputato di Futuro e libertà Giuseppe Consolo, l'importante è che, dopo la fuga dell'ormai ex finiana Souad Sbai, si eviti in tutti i modi che altre «colombe» seguano il suo esempio e se ne vadano. Eccolo quindi chiamare a raccolta buona parte dei fedelissimi. Quelli più moderati, quelli più critici e ormai stanchi di dover, giorno dopo giorno, soccombere nei confronti della forza dirompente dei «falchi». Ecco allora che giovedì sera, a casa Consolo, sono arrivati alla spicciolata circa una quindicina di parlamentari di Fli: c'era il ministro Andrea Ronchi, il viceministro Adolfo Urso, i sottosegretari Antonio Buonfiglio e Roberto Menia, il vicepresidente del gruppo alla Camera Giorgio Conte, il coordinatore dei gruppi parlamentari di Fli Silvano Moffa, e tanti altri parlamentari tra i quali i deputati Claudio Barbaro, Luca Bellotti, Giulia Cosenza, Aldo Di Biagio, Antonino Lo Presti, Carmine Patarino, Catia Polidori, Francesco Proietti, Alessandro Ruben e il senatore Giuseppe Menardi. Tutti convocati, attorno ad un ricco buffet, per studiare la strategia da tenere la settimana prossima quando il premier Silvio Berlusconi prenderà la parola in Parlamento per chiedere la fiducia sui cinque punti del suo programma. Una discussione delicata che lo stesso Fini ha voluto avviare solamente dopo che Michele Santoro aveva fatto calare il sipario sulla prima puntata di Annozero. Infatti, il salotto di casa Consolo era stato trasformato in un'accogliente sala video nella quale i finiani, tra un piatto di maccheroni al pomodoro e un prelibato spezzatino, potevano comodamente assistere alle performance del proprio capogruppo, Italo Bocchino che, in diretta, tentava di prendere le difese del proprio leader. Tutti attenti a non perdere nessuna battuta. Fini silenzioso e impassibile che, a tratti, commentava qualche frase con chi gli stava più vicino senza mai alzare troppo il volume della voce. Tutt'attorno gli altri ospiti che, con un pizzico di ilarità, sembravano dare man forte al loro capogruppo impegnato a smontare la veridicità del documento proveniente dall'isola di Santa Lucia che attribuirebbe a Giancarlo Tulliani la proprietà della casa di Montecarlo. La discussione però si è accesa quando, arrivato anche Bocchino dagli studi di Annozero, i finiani hanno iniziato a interrogarsi sulla posizione che il gruppo terrà la settimana prossima quando Berlusconi chiederà la fuducia sul programma. «È scontato il fatto che voteremo la fiducia - commenta uno dei parlamentari presenti alla cena - l'unica cosa che temiamo sono le voci messe in giro da alcuni berlusconiani. Questi ci hanno fatto sapere che il premier in Aula accentuerà la polemica sulla magistratura definendola, nel suo complesso, un cancro. Una posizione che Fini non condivide e che necessariamente ci metterà in difficoltà». Ma la spiegazione dei possibili sviluppi la spiega un altro deputato che commenta: «Ad ora non sappiamo se sono solo dicerie o verità, quello che è certo è che se Berlusconi verrà in Aula per fare il suo show per metterci in difficoltà, lo farà per il semplice motivo di spaccare la maggioranza e di incolpare noi di tutto. Per ora - continua il deputato - Fini non ha preso una decisione ma ha detto che, quando sarà ora, prenderà le sue decisioni». Decisioni che però sembrano già essere state prese anche se, giovedì sera, Fini non ha voluto rendere ancora noto ai suoi fedelissimi l'imminente nascita del partito limitando la conversazione a capire se il suo gruppo ne preferisca uno tradizionale dalla stuttura pesante oppure moderno e più dinamico. Una cosa però è certa: «Speriamo che ci sia il "miracolo Letta". Se questo accadesse e Letta fosse capace di far moderare i toni a Berlusconi non ci saranno problemi. Se invece dovesse fallire e ci fosse rottura definitiva costringendo il Paese a elezioni, Fini farà il partito e, di certo, non si alleerà con il premier». Tutte valutazioni che comunque, a detta dei finiani, verranno prese il 30 settembre quando ormai i giochi dovrebbero essere definiti. I ben informati però sanno che per Fini i giochi sono già chiusi e Futuro e Libertà per il bene dell'Italia è già registrato all'ufficio brevetti.

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