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E Di Pietro getta benzina sul fuoco

Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro

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Era da un po' che Antonio Di Pietro non sparava sul suo «bersaglio» preferito dandogli uno dei suoi appellativi. E così ieri, forse per recuperare il tempo perduto, forse per non dare ai suoi elettori l'idea di essere diventato troppo moderato, è tornato all'attacco. «Berlusconi - ha scritto sul suo blog - è una persona malata psichicamente, è un pericolo per la democrazia e per il Paese. Un presidente del Consiglio che si comporta in questo modo è un terrorista politico e non una personalità da mantenere nel posto dove si trova. Ecco perché prima ce ne liberiamo e meglio è». E poi, a margine dell'incontro tra i coordinatori dell'Idv al castello di Clanezzo (provincia di Bergamo) ha rincarato la dose: «Che se ne fa l'Italia di un presidente del Consiglio che va all'estero per parlare male del suo Paese e delle sue istituzioni, a cominciare dall'istituzione più importante che è la magistratura, a quella che rappresenta l'intero popolo, cioè il presidente della Camera? Un presidente del Consiglio che si comporta in questo modo è un terrorista politico e non una personalità da mantenere nel posto dove si trova». «L'Italia - ha aggiunto - ha bisogno di liberarsi da Berlusconi, perché è lui il governicchio, anzi è il governo del male, il governo della P2, della P3 e della cricca, che fa leggi ad personam, che va all'estero a criticare e a criminalizzare il nostro Paese e le nostre istituzioni». E ancora: «Il problema è che per liberarci di Berlusconi ci vuole uno scatto d'orgoglio di quei finiani che hanno detto che esiste una questione morale, ma che hanno anche detto che vogliono dargli la fiducia. Queste persone diventeranno complici di questo governo tra qualche giorno». Parole che hanno scatenato l'immediata reazione del Pdl. «Le parole di Di Pietro - ha attaccato Anna Maria Bernini - hanno raggiunto un livello di violenza distruttiva che supera ogni tolleranza, politica, civile e personale. E che imbestialisce in maniera iniqua il dibattito politico». Lo afferma la parlamentare del Pdl Anna Maria Bernini. «Un'ulteriore considerazione - ha proseguito la deputata Pdl - non può essere trascurata: non si può fare i muscolari a corrente alternata, strepitando insulti (quelli sì degni degli opportuni approfondimenti psichiatrici) nelle piazze, per poi ogni volta pavidamente correre a nascondersi tra le mura di Montecitorio dietro il confortevole schermo dell'immunità parlamentare sulle opinioni espresse». Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente dei deputati Pdl Jole Santelli: «Più volte in questi giorni si è chiesto di lasciare il Capo dello Stato fuori dalle dispute politiche, ma è evidente che le cariche istituzionali, a cominciare dalla presidenza della Camera dei Deputati, assemblea cui il deputato Di Pietro appartiene, non possono rimanere inerti dinanzi allo stesso Di Pietro che accusa il presidente del Consiglio di terrorismo. È ovvio che l'aggettivazione "politico", piuttosto che togliere, aggiunge gravità all'accusa». Ma il vicepresidente dell'Idv alla Camera Fabio Evangelisti replica: «Le parlamentari del Pdl Bernini e Santelli, e compagnia suonando, attaccano Di Pietro nel vano tentativo di nascondere le evidenti falle del governo. In due anni e mezzo non c'è stata uno straccio di riforma vera. Solo propaganda di regime, balle spaziali e promesse da marinaio. Su una sola cosa Silvio Berlusconi è stato implacabile: nell'anteporre sistematicamente i propri interessi personali, giudiziari ed economici, a quelli dei cittadini». Sarà, ma la linea dura di Di Pietro non piace neanche all'interno dell'Idv e così Pino Arlacchi, l'europarlamentare che si era autosospeto dal partito in polemica con la contestazione dei «grillini» a Renato Schifani a Torino annuncia all'Agi: «Vado via».

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