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Nuove tensioni fra Pdl e finiani Bocchino: "Non accettiamo aut aut"

Italo Bocchino

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Il governo prepara il rilancio programmatico, ma restano tesi i rapporti con i finiani, mentre il Pd, dopo il lancio della proposta Bersani per un nuovo Ulivo, incalza il centrodestra. IL PDL - Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, sottolinea: "Spiace constatare che il Pd e gran parte della sinistra siano ancora prigionieri dello schema tutti contro Berlusconi. Ma quella strada - aggiunge - porterà la sinistra in un vicolo cieco già sperimentato: un'armata Brancaleone, con dentro tutto e il contrario di tutto, unita solo dal cemento dell'antiberlusconismo". TENSIONE CON I FINIANI - Ma nel Pdl resta alta la temperatura sul fronte dei rapporti con i finiani: il coordinatore Ignazio La Russa afferma: "In un partito, il ruolo di coordinatore, ai vari livelli territoriali, e' fiduciario e se uno aderisce a un'altra formazione la fiducia viene meno". Per quanto riguarda, invece, eventuali espulsioni dal Pdl "le decisioni disciplinari spettano ai probiviri". Il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto chiosa: "Il primo punto è capire se c'è l'impegno a far vivere il governo, poi viene il resto. Certo non esiste in natura un partito con due gruppi parlamentari. Se salta la maggioranza la situazione è tutta da rivedere sia sulle elezioni sia sul rapporto con l'Udc". Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Le scelte politiche devono essere precedenti e molto più importanti di qualsiasi scelta di carattere burocratico o disciplinare all'interno del partito. Prima è importante verificare se c'è la convergenza politica attorno al programma. La strada maestra è evitare le elezioni e non tradire il mandato degli elettori". L'OPPOSIZIONE - Dall'opposizione Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd, afferma: Bersani "sta lavorando nel modo giusto, impegnandosi in primo luogo per mandare a casa Berlusconi e per costruire una coalizione credibile per governare e aprire una fase storica per cambiare il paese da troppi anni ingessato". L'UDC - Per il leader Udc, Pier Ferdinando Casini: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è un "interlocutore affidabile e serio" ed "è buona cosa che il Pd si assuma la responsabilità di organizzare" il campo del centrosinistra "e noi, in parallelo, di riorganizzare il centro moderato e riformista". Secondo il coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Claudio Fava: "Alternativa non vuol dire solo liberarsi di Berlusconi", bisogna costruire "un Ulivo che sappia darsi delle risposte sul piano sociale. Tutto ciò non si può fare con un'alleanza priva di un grado decente di coerenza politica. A Casini e Fini certo ci unisce un senso di rispetto per le istituzioni, ma contemporaneamente ci dividono molte cose. Per noi, infine, un nuovo Ulivo esiste solo con le primarie".   NON ACCETTIAMO AUT AUT - Bocchino chiude definitivamente la porta alla possibilità di votare "a scatola chiusa" i cinque punti del programma come vorrebbe lo stato maggiore del Pdl, da Cicchitto a Verdini. "La nostra permanenza nel Pdl - spiega Bocchino - non dipende nè dagli aut aut che ci vengono posti nè dai se e dai ma che avanzeremo quando voteremo, in modo scontato e annunciato, la fiducia al governo sui 5 punti senza rinunciare a dire la nostra su quel 5% che non ci convince". L'esponente finiano rigetta in tal modo il "prendere o lasciare" che in sostanza viene dal Pdl: votate con lealtà i cinque punti (compresa la giustizia) e poi vedremo sulla questione dell'incompatibilità. "Il nostro rapporto con il Pdl - osserva il capogruppo di Fli alla Camera - dipende esclusivamente dalla validita' o meno del documento che ha sancito l'incompatibilita' politica di Fini con il partito. Se Fini è "incompatibile", allora - scandisce Bocchino - siamo tutti "incompatibili". Se invece si tornasse alla logica della compatibilità, saremmo tutti compatibili".  

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