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"Bossi tranquillo, mai con te"

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Pier Ferdinando Casini

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Da una parte Silvio Berlusconi lo avrebbe voluto in maggioranza. Dall'altra Umberto Bossi ha immediatamente messo le mani avanti chiudendo ad ogni eventualità di vedere i centristi entrare nell'esecutivo. E al centro non poteva che esserci lui, Pier Ferdinando Casini. Infatti, il leader dell'Udc, al posto di starsene alla finestra in silenzio e vedere fino a che punto sarebbe arrivato il botta e risposta tra il premier e il suo fedelissimo amico, ha preferito mettere in chiaro le cose stoppando ogni ulteriore polemica sul suo ingresso nella coalizione di centrodestra. «Anche l'Udc sarà leale ai suoi elettori - riporta Casini - «quindi Bossi stia tranquillo». Poche parole per rispondere alle affermazioni del Senatùr ricordando al leader della Lega che gli elettori hanno collocato l'Udc all'opposizione e «perciò Berlusconi governi, mentre noi faremo il nostro dovere prendendo atto delle cose buone che il Governo dovesse fare ed evidenziando ciò che non riesce a realizzare». Così, mentre il clima all'interno del Pdl resta caldissimo con il finiano Italo Bocchino che ribadisce come lo strappo tra Fini e Berlusconi è ormai irrecuperabile e con Bossi che sabato sera è tornato a chiedere a gran voce elezioni subito e comunque, il leader dei centristi ironizza: «Non so se il simpatico Umberto è stato vittima di un colpo di sole o ha bevuto qualche bicchiere di troppo. In entrambi i casi consiglierei a Bossi di evitare preoccupanti allucinazioni. Non corriamo il rischio di trovarci assieme». Rischio che anche altri centristi sembrano scongiurare. Infatti è proprio il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, a tornare sull'argomento: «Umberto Bossi ha paura perché sente che il centro cresce e la Lega perde la sua decisività. Vuole elezioni anticipate nella speranza di fermare la crescita del centro: sente che questo centro è il futuro e lui non vuole essere relegato nel passato. Sa che siamo noi che decideremo al momento opportuno se fare un altro governo oppure no». Una sicurezza che i centristi intendono spendere al meglio e che lo stesso Buttiglione intende far pesare nello scacchiere politico: «Il progetto di Berlusconi e Fini sta fallendo, se ci sarà una crisi di governo bisognerà andare in Parlamento e i voti determinanti saranno quelli dell'Udc. Il Pdl è un progetto politico sbagliato e adesso si sta decomponendo: prima è andato via Fini e poi andranno via tutti gli altri, perché Berlusconi non è riuscito a fare un partito». La palla, quindi, l'Udc la passa al premier che, costretto a ripiegare sulla possibilità di allargare la maggioranza, ora si trova davanti ad un bivio: o ricucire con i finiani, o puntare a elezioni anticipate. Ipotesi che, almeno per ora, non sembra nelle intenzioni del presidente del Consiglio che, replicando alla domanda su un commento alle affermazioni del leader della Lega Umberto Bossi che ha dichiarato di non essere disposto ad un'alleanza con l'Udc di Pier Ferdinando Casini, ha dichiarato: «l'importante è che l'Italia abbia un governo e che il Paese sia governato. Il resto ha poca importanza».

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