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Vendola è già sulla graticola

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Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia

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Un'intervista a Libero, una a Rainews24 e una sfilata in Transatlantico (dove ha conversato con Enrico Letta e scherzato con Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini). Nichi Vendola ha ufficialmente iniziato le manovre verso le primarie del centrosinistra. Grande esposizione mediatica e una visita lampo nel cuore della politica romana. Giusto per far capire subito a tutti che lui non scherza e ha intenzione di giocarsela fino in fondo. E non sarà facile visto che con il passare dei giorni il fuoco amico nei confronti del governatore della Puglia aumenta in maniera esponenziale. C'è, ad esempio, il nodo Idv. Per Nichi «Di Pietro è un interlocutore importante» anche se, ammette, «teme che io possa riportare nell'alveo del Pd tutti i voti che lui ha drenato al centrosinistra cannibalizzando la sinistra radicale». Di sicuro il portavoce dell'Italia dei Valori Leoluca Orlando non è tenero: «L'autocandidatura di Vendola è prematura perché nessuno può proporsi a prescindere dal programma. Le primarie del centrosinistra vanno fatte ma non devono essere solo primarie di persone, prima di tutto devono essere di programma. Noi non possiamo contrapporre a Berlusconi, un'altra persona. Vendola ha appena iniziato a fare in modo egregio il presidente della regione Puglia e sono sicuro che porterà a termine il suo mandato nel migliore dei modi». Già, la Puglia. La ricerca di una visibilità nazionale potrebbe presto creare più di un problema al governatore e alla sua giunta. La deputata Pd Margherita Mastromauro non lo nasconde: «L'autocandidatura di Vendola ci preoccupa davvero, ma non per ragioni politiche, ci mancherebbe. Siamo preoccupati per la Puglia». E anche Alessandro Laterza, presidente di Confindustria Bari, è dubbioso: «È chiaro che c'è qualche preoccupazione data dal fatto che, è sotto gli occhi di tutti, l'agenda del presidente in questo momento è fortemente occupata dal suo progetto di carattere nazionale. Non c'è nulla da ridire salvo che questo poi non corrisponda a una minore attenzione nei confronti della Puglia». Insomma l'impressione è che la campagna verso le primarie, soprattutto se lunga (la legislatura, almeno di sorprese, terminerà nel 2013), potrebbe logorare Vendola. Al punto che c'è chi ipotizza una crisi della giunta nel momento in cui i due impegni dovessero diventare inconciliabili. Tra l'altro nessuno sa bene cosa accadrà nel futuro. Le primarie, infatti, potrebbero anche non essere celebrate. Il vicepresidente della Vigilanza e deputato Pd Giorgio Merlo la butta lì: «Al di là di celebrare primarie a ogni starnuto, il dato politico che resta ancora oscuro per il centrosinistra è un altro e cioè, per vincere le prossime elezioni qualcuno pensa di resuscitare l'Unione? Se così fosse, potrebbero partecipare alle primarie anche Diliberto e Ferrero». Più netto Giuseppe Fioroni: «Dobbiamo smetterla di pensare a primarie stile Pci anni Sessanta, altrimenti non vinceremo mai. I leader del centrosinistra devono fare quello che fece Andreatta nel 1996, dovrebbero cioè fare tutti un passo indietro per favorire l'arrivo di un leader che meglio di noi sia in grado di pescare nell'elettorato del centrodestra, come allora fu Romano Prodi». E va da sé che questo, secondo l'ex Ppi, non può essere Nichi Vendola.

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