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Vendola perderà Il Pd gli farà la guerra

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Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia

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Nichi Vendola è un «compromesso storico» di 52 anni. Sufficientemente comunista da aver contribuito a fondare un partito che per anni ha orgogliosamente sventolato la falce e martello. Ma anche sufficientemente cattolico da rivendicarlo orgogliosamente ogni volta che ne ha occasione. Ha esperienza di governo locale che per alcuni significa realismo e capacità di interpretare i bisogni dei cittadini. Ma ha una dimensione nazionale che gli deriva dalla sua grande abilità di ammaliare le folle ovunque si trovi con discorsi in cui i sogni si mescolano alla realtà. E poi è omosessuale che per uno strano paradosso, in un centrosinistra che rifiuta a priori qualunque etichetta sociale e razziale predicando l'uguaglianza, è comunque un titolo di merito. Insomma Nichi Vendola ha il curriculum perfetto per vincere le primarie e guidare il centrosinistra durante la prossima tornata elettorale. Ma non ce la farà. Non ce la farà perché nonostante abbia vinto le ultime regionali, lo ha fatto con appena 6 punti di scarto. Se Adriana Poli Bortone e l'Udc avessero trovato un accordo con il Pdl probabilmente avrebbe perso. È vero che con i se non si fa la storia, ma per vincere le primarie ci vogliono i voti e Vendola ha dimostrato di essere in calo anche nella «sua» Puglia. Non ce la farà perché non solo rappresenta forze politiche che non sono più in Parlamento e faticano a sopravvivere nel Paese, ma non è un esponente del Pd. Cioè ha contro di sé l'apparato. Una cosa che per i romantici evoca sogni rivoluzionari, ma che nella realtà significa che se dovrà scontrarsi con un candidato del partito la sproporzione delle forze in campo sarà impressionante. Vendola dovrebbe saperlo bene: l'obbedienza è una virtù cattolica che il comunismo ha trasformato in dogma politico. E lo dimostra il fatto che, da quando si celebra il rito delle primarie, ha sempre vinto il candidato che aveva l'apparato alle spalle. Non ce la farà perché, proprio per questo, il Pd cercherà in tutti i modi di contrapporgli un nome all'altezza. Ce lo vedete il principale partito dell'opposizione che non esprime il candidato premier? E poi i Nicola Zingaretti e i Sergio Chiamparino hanno già fatto abbastanza gavetta. Non ce la farà perché Massimo D'Alema è uno che sa perfettamente il significato del motto «la vendetta è un piatto che va servito freddo». Non ce la farà perché se Walter Veltroni (55 anni) è il vecchio, cosa c'è di nuovo in un signore di 52 anni che nel 1972 si è iscritto alla Fgci, ha fatto parte del comitato centrale del Pci ed è stato già in Parlamento per quattro legislature? Non ce la farà perché se Vendola può correre alle primarie del centrosinistra, possono farlo anche Beppe Grillo, Luigi De Magistris e tanti altri. Il che significa che potrebbe perdere il ruolo di candidato di rottura. Non ce la farà perché non garantisce i cosiddetti poteri forti. Non ce la farà perché Repubblica lo ha già incoronato re. Proprio come aveva fatto con Veltroni, Franceschini, Cofferati. Che fine hanno fatto?  

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