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"Vieni ho ucciso il bambino"

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I parenti del bambino di due anni ucciso dal padre a Ugento (Lecce)

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«Vieni, ho ucciso tuo figlio». Una telefonata drammatica che rischia, però, nel nostro Paese di diventare una tremenda consuetudine. È stato così che un venticinquenne ha avvisato al telefono la convivente, di due anni più giovane, di aver ammazzato il loro piccolo. Solo due anni, appena ventiquattro mesi. Eppure un tempo troppo lungo per chi stava alimentando la follia, un raptus scandito dalle incomprensioni nella coppia e anche tra le rispettive famiglie. Nella casa in cui è avvenuta la tragedia, a Torre San Giovanni di Ugento nel leccese, i carabinieri avrebbero trovato anche una lettera scritta dall'omicida. Ma quel che conta, purtroppo, è che un bambino è stato brutalmente ammazzato. Laureatosi nel marzo scorso e con un lavoro saltuario, il giovane aveva avuto un battibecco al telefono con la convivente. L'ennesimo tra due persone carratterialmente troppo diverse o più semplicemente immature dinanzi a una storia più grande di loro.   E adesso con quello stupendo bambino che, nonostante tutto, continuava a dispensare sorrisi al mondo che lo circondava, ai suoi genitori che avrebbe voluto accanto per tutta la vita, persino in mezzo a qualche urlo di troppo. La coppia viveva insieme da due anni e mezzo circa, ma le incomprensioni non si erano sopite neppure dopo la nascita del piccolo. Così, dopo aver riposto la cornetta del telefono, il giovane, ormai fuori di sé, è andato in camera da letto e ha stretto il collo del bambino con una corda e lo ha poi colpito alla gola con un coltello. Le indagini dovranno stabilire tra l'altro se il piccolo stesse dormendo. Di sicuro, dopo l'omicidio il padre ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene con una lama. Ha anche ingerito dell'acido e si è cosparso il corpo di liquido infiammabile, con l'intento di darsi fuoco. È grave, ma probabilmente si salverà. Telefonando alla convivente che era al lavoro, è stato lui stesso a far scattare l'allarme: ma ormai per il bimbo non c'era più nulla da fare. Il giovane omicida, inizialmente ricoverato nell'ospedale di Casarano (Lecce) - soccorso e salvato dai sanitari del 118 - è in stato di arresto, piantonato dai carabinieri, con l'accusa di omicidio volontario. All'arrivo dei soccorritori il bambino era già morto e il padre ha detto che il piccolo era stato colto da malore. In un attimo, però, i sanitari hanno accertato che la morte era dovuta a soffocamento e hanno avvisato i carabinieri. Al momento i militari di Lecce stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica della tragedia, ascoltando testimonianze e con il sopralluogo della sezione investigazioni scientifiche. Sembra che il giovane abbia lasciato un biglietto dove spiega le ragioni del gesto, ma il riserbo è massimo e tutto è al vaglio della magistratura.  

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