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Berlusconi apre alle Regioni "Rivedremo la manovra"

Combo con Renata Polverini e Roberto Formigoni

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Le Regioni sono "compatte" e pronte all'unanimità a restituire allo Stato le competenze se il governo non modificherà la manovra, riequilibrando i sacrifici fra tutti i soggetti. Il premier Silvio Berlusconi poi replica alle richieste dei governatori. Da Toronto, dove si è concluso il G8, gela ogni possibilità di riaprire il confronto sui tagli: "è sempre difficile e doloroso - ammette Berlusconi - ma non si può andare avanti così a sprecare i soldi dei cittadini". Ma dal Brasile, pià tardi, Berlusconi apre alle Regioni: "Rivedremo la manovra".  Al suo arrivo a San Paolo, il presidente del Consiglio dedica poche ma decisive battute alla questione sollevata da Roberto Formigoni e aggiunge a quel "rivedremo la manovra" quello che appare come un invito a tornare in altra sede su un argomento cosi' delicato. "Vediamo, ma adesso siamo qui", e dunque, fa capire, questioni come queste vanno rimandate al ritorno in Italia per la messa a punto.  ABOLIRE GLI ENTI INUTILI - Parlando dalla conferenza stampa al G20 in Canada con a fianco il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, Berlusconi aveva rincarato la dose: "Abbiamo messo gli occhi dentro l'amministrazione dello Stato, le regioni, le province e i comuni e ci si è accapponata la pelle. E' chiaro che chi ha la responsabilità di governare le Regioni difenda lo staus quo, perchè molto spesso si tratta di abolire enti, il che vuol dire persone che si devono cercare un altro lavoro. E' sempre difficile e doloroso. Ma non si può andare avanti così". CONFRONTO URGENTE COL GOVERNO -  Il braccio di ferro tra Regioni e governo arriva alla vigilia della presentazione in commissione Bilancio del Senato dell'emendamento omnibus del relatore che dovrebbe contenere tutte le modifiche alla manovra. A difendere la posizione "unitaria" delle Regioni, dopo la lettera al titolare di via Venti Settembre di 5 governatori del Pdl tutti del Sud con cui hanno chiesto al governo di riaprire il confronto, sono stati diversi governatori. "Le Regioni sono unite - afferma il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani - vogliono fare la propria parte e lavorano nel pieno rispetto del principio della leale collaborazione istituzionale". Per Errani l'apertura all'esecutivo dei cinque governatori di Lazio, Campania, Abruzzo, Molise e Calabria "non è affatto una spaccatura" del fronte delle Regioni. "Ho parlato con il presidente Iorio e con il presidente Polverini e l'unità della Conferenza è pienamente confermata", aggiunge. Secondo Errani, inoltre, "la delegittimazione in corso dell'istituzione regionale rafforza la nostra compattezza. Non si tratta di difendere un livello istituzionale rispetto ad altri. Si tratta di difendere i cittadini e per questo la manovra va più equamente ripartita". Le Regioni, quindi ribadiscono la richiesta di incontro con il premier sulla manovra, e continuano a credere che sia indispensabile un suo riequilibrio. "E' pertanto urgente proseguire il confronto con il governo", avverte Errani. SACRIFICI SÌ MA PER TUTTI - Sull'incontro, secondo quanto riferisce il governatore della Regione Lazio Renata Polverini, Tremonti si è detto disponibile appena rientrerà a Roma. "Gli esporremo - riferisce - quelle che secondo noi sono le questioni più critiche della manovra, perché non vogliamo penalizzare i cittadini che rappresentiamo". "Il fronte dei governatori è unito e compatto nel chiedere un cambiamento sostanziale della manovra - interviene anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni - siamo tutti pronti a restituire le deleghe". Un gesto che secondo Formigoni "non va concepito come un gesto di polemica.  Noi siamo una parte della Repubblica italiana e vogliamo contribuire con le nostre idee, con le nostre proposte a disegnare una manovra che è indispensabile, ma nella quale i sacrifici vanno ripartiti in maniera equa tra tutti i comparti".  

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