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Tv agli statali Deputati «sequestrati»

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Tutti(o quasi) in Aula a discutere il decreto legge sulle fondazioni liriche. Una seduta fiume di oltre 30 ore. «Merito» soprattutto di Di Pietro e i suoi che hanno sposato l'ostruzionismo a oltranza, confutando anche chi, come l'Udc, aveva ipotizzato la resa prima della partita dell'Italia. Niente da fare. Pochi i monitor accesi nel Palazzo, giusto nelle stanze riservate ai gruppi politici (piene di funzionari). I commessi, aizzati dall'ufficio stampa di Montecitorio, hanno spento tutte le tv trovate accese. Ci ha pensato la vicepresidente Bindi a informare del risultato i parlamentari. È andata molto meglio agli statali. Alla faccia del ministro Brunetta. Tutti alla scrivania, ma non proprio per lavorare. Se fossimo stati ai tempi del «Secondo tragico Fantozzi», al posto delle radioline sequestrate dal perfido direttore ai dipendenti richiamati a vedere la «Corazzata Potemkin» proprio durante una partita dell'Italia ai Mondiali di calcio, ci sarebbero stati iphone, ipod, cellulari con radio, perfino mini televisori. Nei ministeri, ieri, i dipendenti sono arrivati attrezzati e pronti a sfidare il ministro. Perché, come dice un funzionario del ministero dell'Agricoltura, «i mondiali ci sono una volta ogni quattro anni e se con un occhio si segue il lavoro e un orecchio si ascolta la partita, non muore nessuno».

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