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«Cultura e slancio al governo Ecco la sfida di Liberamente»

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NadiaPietrafitta «Liberamente è nata per cambiare. Non per galleggiare». Mario Valducci, che nel '94 partecipò alla fondazione di Forza Italia, è rimasto accanto a Silvio Berlusconi e al progetto del suo partito. Insieme a Maria Stella Gelmini, Sandro Bondi e Franco Frattini, ha dato vita alla fondazione «Liberamente», di stretta osservanza berlusconiana. Onorevole da cosa nasce «Liberamente»? «Gli obiettivi di questa nostra iniziativa sono anzitutto culturali. I rappresentanti dell'ampio schieramento dei moderati italiani, già dall'inizio degli anni Settanta hanno lasciato alla sinistra il monopolio di alcuni settori culturali importanti: scuola, università, informazione, cinema. Dal 2001 in poi, con Berlusconi, qualcosa sta cambiando. La nostra fondazione vuole mettere in chiaro che la cultura non è né di destra, né di sinistra: è la cultura punto». Che ruolo vuole interpretare all'interno del Pdl? «I ministri che finora fanno parte della fondazione - mi auguro se ne aggiungano molti altri - sono tutte persone che hanno sviluppato la loro azione politica con Berlusconi. Sono - siamo - scesi in campo per cambiare il Paese, per migliorarlo e renderlo più competitivo. Adesso vogliamo dare nuovo slancio agli obiettivi del governo: le grandi riforme costituzionali, quella della giustizia, il presidenzialismo, il monocameralismo». Non si tratta di una corrente, insomma... «Assolutamente no. Siamo nati con Berlusconi che ci ha abituati a non creare partiti concorrenti. Non si può ripercorrere in un grande partito del terzo millennio, la storia dei partiti di venti anni fa. Dobbiamo rivedere il nostro statuto, coinvolgere i cittadini con strumenti nuovi, come la rete o i gazebo, lontani dai periodi di campagna elettorale». Nulla a che vedere con Generazione Italia? «Abbiamo assistito a un distacco da parte della politica di Fini rispetto a quella tradizionale della destra italiana. Non si può, come è stato fatto, mettere in discussione la leadership di Berlusconi. In autunno sarà fondamentale capire se la maggioranza è in grado di portare avanti le grandi riforme. Qualora non lo sia, bisognerà fare una valutazione».

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