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Cialente ingrato e bugiardo

Massimo Cialente

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Il sindaco de L'Aquila non ha perso l'occasione per lanciare il suo sasso contro la Protezione civile. Fino poco mesi fa, esercito di angeli salvatori, ora demoni che tutto corrompono e danneggiano. Il sindaco del capoluogo terremotato ha approfittato dell'ennesima protesta per esternare contro i salvatori di ieri. Del resto Massimo Cialente partecipa a tutte le manifestazioni sia quelle contro il governo sia quelle istituzionali. In tutte però si sveste della sciarpa tricolore «in segno di protesta». Protesta perché la ricostruzione de L'Aquila va a rilento. Le macerie non vengono portate via e poi dimentica che le discariche deve indicarle lui. Il primo cittadino del capoluogo abruzzese dimentica anche di essere il vice commissario per la ricostruzione, ergo uno dei responsabili dell'attuale situazione. Ieri era in prima fila al corteo dove sono stati scanditi i soliti slogan e le accuse alla Protezione civile che li ha salvati e ha dato loro un tetto. Forse una gita dalle parti dell'Irpinia farebbe bene al popolo delle carriole. Così il sindaco Cialente ha voluto superare se stesso e affondare la lama sulla gestione Bertolaso.   «Oggi vogliamo parlare agli italiani. Il nostro dramma deve tornare ad essere italiano, perché non è un problema solo del L'Aquila ma del Paese», ha esordito con grand enfasi il sindaco senza sciarpa. «C'è stato un progressivo asciugarsi del rivolo - ha aggiunto Cialente - la stessa Protezione Civile ha lasciato debiti, uno su tutti quello degli alberghi per i mesi da settembre a dicembre 2009». LA replica non si è fatta attendere. Una risposta piena d'amarezza arriva da via Ulpiano. «Spiace leggere le affermazioni del Sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che paragona la protezione civile ad un debitore insolvente, affermazione che manifesta ingratitudine ed è anche profondamente sbagliata poichè in Abruzzo nessun debito è stato lasciato dalla protezione civile». E ancora «per quanto riguarda gli alberghi, che nel momento della massima emergenza hanno accolto fino a 37.000 persone, la protezione civile ha erogato alla Regione Abruzzo, responsabile dei pagamenti, oltre 180 milioni, l'ultimo, lo scorso febbraio per 50 milioni, così come richiesto dal presidente, Commissario Delegato, Gianni Chiodi. Il Sindaco Cialente sa bene che il lavoro fatto a L'Aquila non ha eguali nel mondo ed è bene che eviti facili strumentalizzazioni su vicende che non hanno un briciolo di verità e che non rendono onore allo straordinario lavoro di squadra fatto dopo il terremoto. È bene ricordare che in Abruzzo nessuno è più in tenda dallo scorso mese di novembre e che per la realizzazione di appartamenti per 15.000 persone, oltre 4.000 villette di legno, scuole che hanno consentito il regolare svolgimento dell'anno scolastico per tutti gli studenti, sono stati spesi 1,121 miliardi, oltre a 631 milioni per le spese di prima emergenza. Siamo certi - conclude la nota - che quando Cialente afferma che "la protezione civile ha lasciato debiti", non interpreti in alcun modo il pensiero degli aquilani e dei cittadini abruzzesi che sono stati soccorsi e assistiti fin dal momento immediatamente successivo alle 3.32 del 6 aprile del 2009 e che, quando se ne renderà conto, avrà l'onestà intellettuale di scusarsi».   A L'Aquila protestano, a Roma Chiodi chiede soldi. Mentre in Abruzzo, sostenuto dai partiti di sinistra, il popolo delle carriole ingrato reclama la solidarietà nazionale, il commissario per la ricostruzione si impegna per ottenere i soldi stanziati. Alle accuse di non fare nulla per il capoluogo abruzzese, il governatore risponde con i fatti «Sono più a Roma che in Abruzzo - dice mentre attraversa piazza Colonna diretto a Palazzo Chigi - e il motivo è quello di sbloccare i fondi per ricostruire. Un impegno non semplice». E infatti i 600 milioni ripetutamente promessi restano bloccati sulla scrivania di Tremonti che alle prese con la crisi globale e la «manovra», tiene stretti i cordoni della borsa. Questo non vuol dire, come sostengono i detrattori, che il governo si è dimenticato de L'Aquila. Tutt'altro. La prova è che ieri Chiodi ha incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli e il premier ha tranquillizzato il governatore. Chiodi in questi mesi ha già ottenuto alcuni risultati. È riuscito a mettere d'accordo i gestori delle utilities per realizzare quelle gallerie di servizio fondamentali per far ritornare a vivere il capoluogo. Senza rete fognaria, acqua potabile, rete idrica ed elettrica infatti anche le case «agibili» sono inabitabili. Questo è uno dei motivi che il popolo delle carriole e il sindaco Cialente sembrano ignorare. Smemorati e ingrati.  

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