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Manovra, i tagli dividono il Pdl

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Silvio Berlusconi e Sandro Bondi

Napolitano chiede chiarimenti

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Sulla manovra finanziaria varata dal governo, al momento all'esame del capo dello Stato, si alimentano le polemiche. E non solo dall'opposizione. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi dice sì ai tagli "ma non in modo indiscriminato". In una intervista al Gr1 aggiunge: "Credo che il mio ministero non dovesse essere esautorato" al momento di stilare la lista degli enti inutili e di quelli utili. Bondi si dice in totale sintonia con il ministro Tremonti.  "Mi rendo conto delle difficoltà del paese e della necessità di operare dei tagli coraggiosi anche nell'ambito della cultura". Ma precisa: "Penso che molti enti debbano essere soppressi tuttavia ci sono degli enti e delle istituzioni, cito il centro sperimentale di cinematografia, il Vittoriale, che non possono essere considerati degli enti inutili. Alcuni tagli sono necessari ma non possono essere indiscriminati". Per il ministro, la strada da scegliere era quella della concertazione. "C'È UN NUOVO PARTITO IN PARLAMENTO" - Al ministro fa eco il finiano Bocchino: "Se un esponente autorevole del Pdl e del governo come Sandro Bondi dice di non aver saputo e di non condividere i tagli alla Cultura significa che c'è qualcosa di serio che non va", afferma il vicecapogruppo del Pdl alla Camera e Presidente di Generazione Italia. "Siamo dinanzi all'ennesima prova della necessità di una maggiore collegialità nelle scelte politiche del partito", conclude. Il "fuoco amico" della maggioranza sulla manovra, ma anche sul decreto intercettazioni, spinge Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, a rivolgersi direttamente al premier Silvio Berlusconi. Il "presidente della Camera si comporta come un soggetto politico altro rispetto al Pdl e fa annunciare modifiche dai suoi - scrive Storace sul suo blog - Non so se Berlusconi se ne rende conto ma in Parlamento è già nato un nuovo partito". "ENTI INUTILI, STAVOLTA LI ELIMINIAMO" - Il ministro della Funzione pubblica ammette "qualche mal di pancia" per la Finanziaria, ma ritiene che la credibilità dell'esecutivo ne esce rafforzata.  "Ci sono molti problemi ma il quadro è corretto, puntando su tagli strutturali, sulla lotta all'avasione, sul blocco della cattiva spesa corrente. Su questo punto c'è condivisione. Poi ovviamente cominciano i distinguo interni e che devono essere giustamente valutati". Riguardo agli Enti da accorpare e sciogliere, inseriti nella "black list" del governo, Brunetta ricorda la sua esperienza sul tema. "La storia degli enti inutili - sono parole del ministro - io l'ho vissuta in prima persona due anni fa insieme al collega Calderoli e sono stato sconfitto. Ma questa volta molto probabilmente ci riusciremo".   TAGLI LINEARI - Un duro attacco ai provvedimentoi del governo arriva dal segretario del Pd Bersani per il quale la manovra del è "il frutto amaro di due anni di politica economica sbagliata". Per il leader pd l'esecutivo ha detto che "andava tutto bene, ci ha raccontato un sacco di frottole e ha aumentato la spesa corrente, diminuito gli investimenti, abbassato la crescita, consentito minori entrate fiscali e non ha fatto nessuna riforma". Per Bersani il governo ha fatto dei "tagli lineari" che "anche un bambino è capace di fare". Lo stesso Brunetta ribatte con fermezza: "Bersani è un disco rotto" e "dovrebbe studiare". "Anche quando parla della mia riforma si vede che non l'ha letta - dice alla radio il ministro -  Lui quando sente che gli dico questo si infuria e dice che faccio il professorino".  

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