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"Faremo come Bossi Andremo sul fiume Cosa"

Antonello Iannarilli, presidente della Provincia di Frosinone

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È, di fatto, il capo dei ribelli. Ha lanciato lui il referendum per staccarsi da Roma ma, precisa, tutto è cominciato un anno fa. Il presidente della Provincia di Frosinone Antonello Iannarilli (Pdl) non molla. «Con Cusani (presidente della Provincia di Latina, ndr) siamo d'accordo. Perché dal partito si sono svegliati soltanto adesso?». Sì, presidente Iannarilli ma Cicchitto e gli altri assicurano che si occuperanno dell'assetto istituzionale. Dicono però che il referendum non ha senso... «Sentissero il popolo delle province prima di parlare. È evidente che a loro non importa niente, hanno in mano tutto e dovrebbero volere il referendum? Noi andremo avanti lo stesso». Ma pure il sindaco Alemanno ha invitato i dissidenti a riflettere. Non sente proprio ragioni? «Ho detto ad Alemanno che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Anche perché la Costituzione ci consente di chiedere il referendum. Serve un terzo degli abitanti, lo abbiamo e dunque non ci fermiamo».   Fazzone è stato chiaro: nessun appuntamento il 17 maggio all'abbazia di Fossanova. «Vuol dire che il vertice con Latina lo faremo nell'abbazia di Montecassino o troveremo un altro luogo. Anzi, andremo sul fiume Cosa, faremo come Bossi».   I residenti della sua provincia sono favorevoli? «Mi fermano per strada e mi incoraggiano. Mi spingono ad andare avanti, sono con noi. Siamo stufi di essere succubi di Roma. Ma le pare possibile che se devo decidere di rifare una strada devo aspettare il parere della Regione, dove ci sono tutti romani? Guardi che non dico così tanto per dire. È più di un anno che attendiamo il via libera per opere importanti». Però i coordinatori del Pdl rassicurano. Ci penserà la neopresidente della Regione Lazio Polverini a trovare un equilibrio tra Roma e le altre province. Non crede? «Senta, qui ci scippano tutto, la Polverini non ci ha nemmeno ringraziato dei voti che le abbiamo dato. Abbiamo rispetto per la Regione Lazio e il Comune di Roma ma anche loro devono averlo per noi». Scusi ma allora perché big locali come Fazzone vi chiedono di rinsavire? «Probabilmente ha ricevuto delle pressioni dal partito. Ci hanno provato pure con me ma io gli ho risposto che vado avanti, che continuerò a difendere le province».  

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