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Nube, in Europa si riprende a volare

Controlli e manutenzione sulla turbina di un aereo

Miliardi in fumo per l'effetto cenere

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Un volo della compagnia norvegese Wideroe è stato costretto ieri ad un atterraggio d'emergenza a causa della rottura di un motore, forse dovuta alle ceneri vulcaniche. Danneggiato pure un caccia F16 della Nato. Ma L'Europa e l'Italia si preparano a riaprire lo spazio aereo. Non tutto, però. Dalle 8 i cieli del Vecchio Continente verranno suddivisi in tre zone, come hanno deciso ieri i ministri dei Trasporti dell'Unione che hanno appoggiato la raccomandazione di Eurocontrol per ridurre progressivamente lo spazio aereo vietato ai voli commerciali, a causa della nube di cenere prodotta dal vulcano Eyjafjallajokull. Come ha annunciato il Ministro delle infrastrutture, Josè Blanco, «saranno mantenute le restrizioni assolute di sorvolo nella prima zona, quella dove sono presenti ceneri in grandi quantità». La seconda zona individuata è quella «intermedia», in cui le la concentrazione di polveri, gas e frammenti di roccia non è tale da escludere il sorvolo, anche se richiede un monitoraggio continuo. Nella terza zona, non interessata dalle emissioni di ceneri, non ci saranno limitazioni del traffico aereo. «Le zone - assicura Blanco - verranno definite in maniera coordinata fra le autorità degli Stati membri e potranno cambiare in base allo spostamento della nube». Obiettivo principale del provvedimento: far tornare a casa le centinaia di migliaia di turisti rimasti intrappolati negli aeroporti da tre giorni. Il 70% dei voli ieri è stato cancellato. A Fiumicino e Ciampino sono stati tagliati 360 voli. A Verona 110. Centinaia negli scali lombardi e piemontesi. «Le situazioni più critiche negli aeroporti di Roma, Torino e Malpensa», afferma Luciano Massetti, direttore generale Attività aeronautica del Dipartimento della Protezione civile.   «Con il Ministero della Difesa abbiamo messo a disposizione pullman per il trasporto dei passeggeri e per favorire la mobilità verso le stazioni ferroviarie». Intanto i piloti aderenti all'Italian Pilots Association (Ipa) esprimono preoccupazione per «l'incomprensibile mancato coinvolgimento delle associazioni professionali». Perchè a far fronte ad eventuali imprevisti ci dovranno star loro. Il rischio per i velivoli resta. La nuvola è formata da particelle di rocce e silicati che s'incollano alle palette dei motori a reazione e possono bloccarli. «La sicurezza dei passeggeri è la priorità, il resto passa in secondo piano», taglia corto il direttore generale dell'Enac Alessio Quaranta.  

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