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La Francia condanna le parole di Bertone

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Nonusa mezzi termini il governo francese, che questa mattina ha espresso una dura «condanna» per le parole pronunciate lunedì scorso a una radio cilena dal segretario di Stato Vaticano, cardinal Tarcisio Bertone. La Francia è il primo Stato a prendere una posizione decisa sulla vicenda, come fece in passato durante la polemica scoppiata per le parole di Papa Benedetto XVI, in viaggio per l'Africa, in merito all'Aids e all'uso dei preservativi.Intanto, secondo un sondaggio CSA, il 33% dei francesi ha una «buona opinione» di Papa Benedetto XVI contro il 53% nel 2008. Le forti critiche del governo del presidente Nicolas Sarkozy sono giunte ieri mattina tramite una dichiarazione ufficiale del ministero degli Esteri. L'accostamento tra omosessualità e pedofilia è «un'amalgama inaccettabile che condanniamo», ha affermato nel corso di un incontro con i giornalisti il portavoce del Quai d'Orsay, Bernard Valero. «La Francia - ha aggiunto - ricorda il suo impegno nella lotta alle discriminazioni e ai pregiudizi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere». La condanna di Parigi è piombata in pieno scandalo, pochi minuti prima che giungesse anche il chiarimento ufficiale del Vaticano. A correggere il tiro - da Roma - è stato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: Bertone, ha spiegato, «faceva riferimento alla problematica degli abusi all'interno della Chiesa e non all'interno della popolazione mondiale». E poi, ha aggiunto, la Chiesa non può «fare affermazioni generali di carattere psicologico o medico». Reazioni scandalizzate per le parole di Bertone si sono alzate ovunque in Francia. Ieri anche quella del sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che dieci anni fa dichiarò pubblicamente la sua omosessualità: «Nessuno scienziato sostiene una tesi così inaccettabile - scrive Delanoe in un comunicato - la pedofilia non riguarda gli omosessuali più di quanto riguardi gli eterosessuali». Il primo cittadino di Parigi ha chiesto inoltre alle «autorità episcopali francesi di dissociarsi da questa dichiarazione così inattesa e depolorevole». Tutto questo mentre la Conferenza dei vescovi di Francia resta per ora in silenzio. Commentando le parole di Bertone, il portavoce del ministero degli Esteri, Valero, ha anche ricordato che, nel dicembre 2008, la Francia aveva presentato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite un documento per riaffermare il «principio di non-discriminazione». Un «appello» che era stato poi firmato da 66 Paesi. Di recente, ha ricordato ancora Valero, la Francia ha inoltre creato «un fondo destinato a finanziare i progetti in favore della lotta contro la violazione dei diritti dell'uomo fondata sull'orientamento sessuale e l'identità di genere». Intanto, un appello di intellettuali transalpini, lanciato a fine marzo dallo scrittore Francois Taillandier, in solidarietà alla Chiesa cattolica, ha raggiunto la quota di circa 30.000 firme. Una raccolta che il sottosegretario Francesco Giro auspica trovi l'adesione anche degli intellettuali e i politici italiani.

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