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Berlusconi rilancia il modello francese

Berlusconi e Sarkozy

Fini: impossibile senza doppio turno

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Parla di politica internazionale, presentando gli accordi appena firmati, e prendendo le difese della Grecia. Spiega la strategia finora utilizzata per combattere la crisi internazionale. Ma soprattutto, anche oltralpe, parla di quello che è ormai il suo leit motiv: le riforme. Lo fa qui, nel Paese del modello istituzionale a lui a cuore (seppur in parte). All'Eliseo, dove regna il semiprensidenzialismo. Berlusconi ne parla pubblicamente davanti a mezzo governo francese, seppur ammettendo che per il nostro Paese, non va bene il doppio turno. Il premier, infatti, è senza dubbio per il turno unico: vale a dire l'elezione nello stesso giorno di Parlamento e presidente della Repubblica. Una questione questa che continua ad essere al centro del dibattito politico: Fini prende subito le distanze dal premier («Impossibile il turno unico»), Bersani replica dall'Italia immediatamente («La gente pensa al lavoro»). Insomma, Berlusconi continua a precisare che si è ancora all'inizio del dibattito, che quella portata da Calderoli al presidente Napolitano è solo una «primissima» bozza, che ancora il confronto tra le parti è tutto da vedere. Ma stando ai primi segnali, il premier sa che ci sarà chi remerà contro, anche dentro la maggioranza, ma la sua intenzione è quella di andare avanti. Il presidente del Consiglio arriva all'Eliseo per il vertice bilaterale Italia–Francia. Accolto dal suo «amico», il presidente Sarkozy, è contento di essere in una città che ama tanto, «mi emoziona tutte le volte che vedo il cielo di Parigi». Ama la città, ed ama il modello istituzionale che vige in questo Paese. Forte del risultato elettorale ottenuto nel voto di due settimane fa, (a differenza di Sarkozy penalizzato dalle ultime Regionali), forte del fatto che, nonostante «tutti gli attacchi subiti, gli italiani hanno dimostrato di essere dalla mia parte», il premier guarda proprio al modello transalpino, proiettandosi e pensando già al 2013. Il capo di governo appare anche meno preoccupato per le vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto. I pm milanesi lo rinviano a giudizio per la questione Mediatrade? «È la conferma di come certi giudici si muovano secondo tempi politici prestabiliti», commenta il premier. Secondo il suo ragionamento, questo conferma come i pm in questione non hanno neanche rispetto per il presidente della Repubblica (avendo Napolitano firmato il decreto sul legittimo impedimento). Il premier è carico: lo si intuisce dal tono che usa durante tutto il vertice (ringraziando anche pubblicamente la sua «splendida squadra di governo»). Racconta chi ha partecipato al pranzo tra i presidenti, che Berlusconi era particolarmente allegro, «ha persino cantato un brano in onore del suo amico Sarkò». Parlando alla stampa il premier ribadisce come il modello «similfrancese» a cui sta pensando preveda l'elezione contestuale di capo dello Stato e Parlamento e, soprattutto, no al doppio turno. Ne approfitta anche per chiedere, seppure scherzosamente, un consiglio al capo dell'Eliseo. «Se ci sono contrordini avvertimi». A questo punto, la road map del Cavaliere è chiara: nei prossimi tre anni c'è la necessità di ammodernare quella Costituzione che, basata sull'esigenza di evitare il ripetersi del ventennio fascista, ha dato «troppi» poteri alle assemblee parlamentari e «troppo pochi» al governo e a chi lo guida. Riforma istituzionale, dunque, ma nel futuro dell'esecutivo c'è anche quella del fisco e quella, a lui più cara, della giustizia. Il presidente del Consiglio si affretta anche a smentire che il governo abbia in animo una manovra correttiva. «Abbiamo di fronte un panorama sereno» e «i conti sono in ordine» assicura. Insomma, non come quelli della Grecia. Berlusconi ne parla nella conferenza stampa, annunciando che Italia e Francia sono assolutamente d'accordo che «dare supporto» ad Atene sia «doveroso» ma anche «interesse» dei Paesi che condividono la moneta unica. Alla fine di una mezza giornata parigina, per Berlusconi c'è il tempo anche di andare a fare una breve pausa di shopping in alcune vie del centro. Con Sarkozy, si rivedranno lunedì prossimo a Washington, al vertice sulla sicurezza nucleare. Di certo, altra occasione per i due, di scambiarsi reciproci e «utili» consigli.

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