Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Silvio fa sponda con il Colle

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Un appello globale. Silvio Berlusconi parla a tutti: al partito, agli italiani, all'opposizione, persino al presidente della Repubblica. Il fil rouge è uno solo ed anche ben chiaro: arrivare ad avere «riforme condivise». Il disgelo in atto tra palazzo Chigi e Quirinale, dopo mesi di tensione, dovrebbe favorire questo cammino. Il premier ha compiuto un gesto distensivo verso Giorgio Napolitano salendo al Colle ieri prima del Consiglio dei ministri: ha assicurato che la legge sul lavoro sarà modificata seguendo i rilievi del capo dello Stato ed ha illustrato il suo progetto di una «rivoluzione liberale» che cambi l'architettura dello Stato, la giustizia e il fisco. Non solo. Il premier ha chiesto al Colle una mano sulle riforme, prospettando la volontà di introdurre un "metodo" nuovo. O meglio, già sperimentato in precedenza: Berlusconi informerà, infatti, passo per passo il Quirinale sui provvedimenti che arriveranno in Consiglio dei ministri e sull'attività internazionale del governo.  Napolitano, dal canto suo, ha ribadito come il confronto sia utile e necessario, e serve a varare riforme condivise, efficaci e durature. All'incontro, chiesto da Berlusconi, durato circa un'ora, era presente Gianni Letta (da sempre pontiere tra i due). Il presidente del Consiglio ci teneva a fare un gesto del genere dopo il burrascoso incontro del 4 marzo scorso, quando il capo dello Stato rifiutò una prima formulazione del decreto salva-liste, e soprattutto dopo la clamorosa decisione dell'altro giorno del Colle, che per la prima volta in quattro anni ha rinviato alle Camere una legge, quella sull'arbitrato in materia di lavoro, dicendo che non va e bisogna correggerla. Berlusconi, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, è uscito rinfrancato dall'incontro con la sensazione di una possibile apertura al confronto. Tuttavia, per ora la strada del dialogo sembra in salita. «Spero che la sinistra abbandonerà finalmente i toni e gli atteggiamenti di ostilità preconcetta sinora messi in campo». Immediata la replica di Bersani: «Non è Berlusconi a dover misurare la nostra disponibilità». Dopodiché, il Consiglio dei ministri. Riunione in cui molto tempo è stato speso a commentare «lo straordinario risultato elettorale». Il premier si è complimentato con tutti, anche con il ministro Brunetta, seppur sconfitto nella sua sfida a Venezia. Particolari elogi al ministro Carfagna, la più votata d'Italia. Così come a tutti gli esponenti del governo impegnati nella campagna elettorale. Anche durante la riunione dell'esecutivo, il premier è tornato a parlare di riforme, ribadendo ai ministri l'imperativo di «andare avanti». E oggi il Cavaliere partirà da Roma, per qualche giorno di riposo. Anche perché la sua agenda è fitta di impegni. A cominciare già dalla prossima settimana. Martedì, primo anniversario del terremoto dell'Aquila, Berlusconi potrebbe ritornare in Abruzzo. Venerdì poi, sarà a Parigi per il vertice bilaterale Italia-Francia.

Dai blog