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Droga, l'ultimo affondo sulla Bonino

Emma Bonino

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«Dichiarate prima del voto, il vostro impegno a non intraprendere strategie per "normalizzare" la somministrazione e l'uso di droghe come la vendita degli spinelli in farmacia e la prescrizione medica per le cosiddette sostanze "pesanti" o la realizzazione delle camere del buco». L'appello di Padre Matteo Tagliaferri a Renata Polverini e a Emma Bonino è chiaro: dite da che parte state così gli elettori potranno giudicarvi. E così il tema della droga diventa l'ultimo argomento di confronto in una campagna elettorale ormai obbligata al silenzio. Eppure l'appello non tarda a trasformarsi in un assist per la candidata del centrodestra che ha avuto modo di ribadire la sua contrarietà a qualsiasi politica pro droga e in un ultimo grattacapo per la Bonino che ha preferito non rispondere alla richiesta di Tagliaferri. «È noto che nel mio programma non hanno trovato posto suggestioni antiproibizioniste - commenta la Polverini - ed è quindi sicuro che quando sarò presidente della Regione Lazio non ci saranno né spinelli nelle farmacie, né stupefacenti distribuiti su prescrizione medica». Una dichiarazione che arrivava dopo quelle di molti sostenitori dell'appello di Padre Tagliaferri. E tra questi, oltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno, c'erano anche tante cooperative sociali impegnate nel reinserimento di persone ex tossicodipendenti nel mondo del lavoro: «L'esperienza ci ha insegnato che, solo se liberi dalla droga, si può avere la reale possibilità del ritorno ad una vita normale». Ma se a destra si sono trovati a giocare un partita facile, al contrario, la Bonino ha dovuto tirare i remi in barca e tacere. Infatti per lei che sostiene da tempo la necessità di legalizzare e regolamentare le droghe, sarebbe stato difficile accogliere l'appello di Tagliaferri. Un silenzio che però non è passato inosservato al deputato del Pdl Fabio Rampelli: « Imbarazzante il suo silenzio. Ora però ci dica, come intenderà gestire - nel caso di un'improbabile elezione - i fondi della legge per la lotta alla droga». Chissà se almeno a questa domanda la Bonino risponderà.  

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