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«Espellere chi bestemmia viola un diritto»

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LaFifPro, l'organizzazione internazionale che rappresenta i calciatori professionisti, protesta in maniera molto ferma contro il nuovo giro di vite deciso in Italia dalla Figc, che prevede anche il rosso diretto per parole blasfeme e la squalifica - in caso di episodi non visti dall'arbitro - grazie alla prova televisiva. Dall'entrata in vigore delle nuove norme già più di uno gli episodi: i primi a farne le spese sono stati il tecnico del Chievo Domenico Di Carlo e il giocatore del Parma David Lanzafame. «Come chiunque altro, i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione» spiega sul sito della FifPro Wil van Megen, avvocato del sindacato internazionale, che sottolinea come anche nel caso delle bestemmie deve valere il principio che «ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere spiacevole». Il legale ricorda inoltre che «in base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del Parlamento. Il potere di una federazione sportiva non può essere estesa ai diritti fondamentali. Se la Figc vuole punire questo, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della Giustizia. Ma vorrei far notare che nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli ultimi 100 anni». Il legale ricorda infine di aver già vinto un ricorso per un giocatore olandese espulso per frasi blasfeme. «Da allora in Olanda difficilmente un arbitro estrae il cartellino rosso per bestemmie: si può fare uso del giallo, ed è solo una misura disciplinare». La Fifpro indica nell'educazione la soluzione. Sul suo sito, il sindacato internazionale ricorda poi come in Italia i giocatori si siano lamentati, attraverso l'Aic, delle nuova normativa Figc. E che dopo i dubbi espressi all'entrata in vigore delle nuove norme, le tre giornate di applicazione hanno spinto i giocatori a protestare con l'assocalciatori. La Fifpro cita il caso di Michele Marcolini, assolto dall'accusa di aver bestemmiato perché la lettura del suo labiale indicava «Diaz» e non «Dio». «Dico solo che la Fifpro ha perso una buona occasione per tacere», è il lapidario commento del presidente del Coni Gianni Petrucci. Mentre per il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini è lapidario: «Difendo con fermezza la scelta fatta dalla Federazione italiana sulle bestemmie. Penso ci sia un modo di comportarsi in campo che non prevede atti volgari e offensivi come le bestemmie: e a questa logica ho sempre cercato di ispirarmi nella mia carriera». Per il presidente dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri «libertà d'espressione sì, ma nell'educazione. Usare un linguaggio blasfemo non è libertà d'espressione, secondo me. Sono d'accordo invece sul fatto che si debba puntare sull'educazione più che sulla repressione».

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