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Il legittimo impedimento diventa legge: è polemica

Il presidente del Senato Renato Schifani

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Via libera definitiva al Senato al disegno di legge sul legittimo impedimento sul quale il governo ha chiesto la fiducia per due volte. Durante la votazione e le dichiarazioni di voto è scoppiata la polemica a colpi di accuse («arroganti» hanno urlato dagli scranni del centrosinistra) mentre i senatori dell'Italia dei Valori si sono seduti per terra nell'emiciclo con la Costituzione in mano e indossando magliette con la scritta «Berlusconi fatti processare» o «Basta legge porcata». Il presidente Schifani richiama all'ordine e la maggioranza spiega che la fiducia è stata una scelta obbligata dall'esorbitante numero di emendamenti, circa millesettecento, presentati dall'opposizione. A favore hanno votato 169 senatori della maggioranza, contrari 126 componenti delle opposizioni (Pd, Idv e Udc), tre le astensioni. Il ddl sul legittimo impedimento, che con l'approvazione al Senato diviene legge, riguarda le figure del presidente del Consiglio e i ministri che possono privilegiare gli impegni del governo alle convocazioni nei procedimenti penali. Nei due articoli che lo compongono è previsto che durante il processo, il giudice rinvia l'udienza in presenza di legittimo impedimento ogni volta che sia richiesto dalla parte. Il rinvio può essere automaticamente di sei mesi qualora la presidenza del Consiglio attesti che l'impedimento è continuativo. Per il presidente del Consiglio costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze il concomitante esercizio di una o più attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti, delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonchè di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo. Per i ministri costituisce legittimo impedimento l'esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonchè di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo. Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio dell'udienza. Le norme si applicano fino all'entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri, nonchè delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e comunque non oltre diciotto mesi. Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri in replica alle accuse della sinistra ha spiegato che «la legge giunge dopo casi clamorosi, fissazioni di udienze a raffica per il premier perfino nel giorno di chiusura della campagna elettorale o durante il vertice Fao, con un uso strumentale della giustizia».

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