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La Rai sospende i talk show Sinistra tv in rivolta

Bruno Vespa e Michele Santoro

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Finisce che la par condicio, cavallo di battaglia della sinistra, viene azzoppata proprio dalla sinistra. Perché la decisione del Cda Rai di sospendere temporaneamente Porta a Porta, Annozero, l'Ultima Parola, Ballarò ha suscitato la rivolta dei Santoro, dei Floris, di Lucia Annunziata, insomma del fior fiore del giornalismo schierato di Viale Mazzini. E non finisce in casa Rai. Mediaset, Sky e ora La7 ricorrono al Tar contro il «bavaglio» messo alle emittenti private dall'Agcom. Non ci sta neanche Garimberti, il presidente della Rai, alla quarantena imposta ai talk show dalla Vigilanza: «Viene danneggiata gravemente l'immagine della Rai, si colpiscono gli utenti». Questione di principio, difende il diritto all'informazione dei telespettatori. Ma anche la possibilità di vincere, con un mese di soporifere tribune elettorali, nella gara degli ascolti. La bagarre monta per tutta la giornata. Comincia la mattina nel Cda di Viale Mazzini, che sulla decisione si spacca. Cinque a quattro, con Garimberti, appunto, che dice no e quantifica il danno per l'azienda in tre milioni di euro per mancati introiti pubblicitari. Il dg Mauro Masi cerca di spegnere il fuoco. La decisione presa, dice, «è l'unica concretamente possibile per adempiere al regolamento varato dalla Commissione di Vigilanza». Poi è un crescendo di proteste, fendenti di parole, autodafè. Per esempio Lucia Annunziata. Lo stop non la tocca ma irrompe nella polemica. «I programmi non cancellati che comunque devono sottostare al regolamento subiscono un'ulteriore beffa che è la sostanziale impossibilità a lavorare - dice al telefono da Bagdad - quindi domenica prossima e per tutta la durata del provvedimento non farò In mezz'ora». Dall'altra parte del microfono dell'ex presidente Rai c'è la Federazione della Stampa. Nella sede del sindacato dei giornalisti sono riuniti Santoro, Andrea Vianello, Giovanni Floris, Antonio Di Bella. Si affaccia Gianluca Paragone. Vespa no, ma pure lui si schiera contro una «delibera ingiusta». È il primo oscurato, ieri sera il suo maggiordomo è andato in libera uscita e al posto del salotto bianco i telespettatori hanno trovato un film. Si unisce la concorrenza. L'imbavagliato Gad Lerner, Luca Telese, Alessio Vinci. Santoro in prima fila propone lo sciopero bianco, «alla maniera di Di Vittorio» e cerca ospitalità per mandare Annozero in onda, ovunque possibile. Alla fine Youdem gli apre subito le porte. Ma si decide per un videocomunicato nei tg e la rivolta di piazza. Primo appuntamento questa sera a via Teulada, sotto gli studi dai quali si sarebbe dovuto trasmettere Ballarò. Commenta il Pdl Bonaiuti: «Non abbiamo inventato noi la par condicio, anzi l'abbiamo definita legge bavaglio». Il Pd Gentiloni usa la stessa parola, ma la piega al contrario: «Regolamento-bavaglio imposto dal Centrodestra in vigilanza». Chissà che direbbe Jader Iacobelli, il re delle vecchie Tribune politiche.

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