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La disperazione di Berlusconi: "Senza me non sanno far nulla"

Silvio Berlusconi

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Attendere. Non si può fare altro. Studiare gli appunti preparati dal partito con la situazione dettagliata del caos liste, e pensare al ricorso al Tar. Certo, la rabbia per tutto quello che è successo c'è, eccome. Berlusconi ancora non capisce come sia potuta accadere una roba simile, «con così tanta superficialità». Pensa anche al «danno di immagine» provocati «da attacchi» da ogni parte. È come se ci fosse «un teorema ben preciso» teso a colpire il partito di via dell'Umiltà. Ma allo stesso tempo è irritato per la leggerezza degli apparati locali. Il premier sa che molto presto toccherà mettere mano ai vertici del partito. Ma, sa anche che questo non è il momento. La parola d'ordine adesso è quella di concentrarsi sul voto, «un test nazionale» per il partito, per Berlusconi. Dopo si vedrà. Per meglio seguire la vicenda liste, il Cav ha modificato tutta la sua agenda. Ha annullato pure il suo viaggio in Brasile, in programma da sabato prossimo per una settimana. Ieri è rimasto tutto il giorno a Palazzo Grazioli, incontrando gente, parlando con gli avvocati, facendo il punto con i suoi più stretti collaboratori. In mattinata, dopo l'esclusione della lista Pdl nel Lazio e di quella legata a Roberto Formigoni in Lombardia, arriva la terza mazzata: l'esclusione del listino regionale collegato alla Polverini, altra benzina sul fuoco. Anche se, come spiegano i legali di via dell'Umiltà che questa mattina presenteranno ricorso proprio per il listino, «sicuramente il problema sarà risolto». Il nodo vero resta quello della lista Pdl, esclusa dal tribunale di Roma per le prossime regionali. Si aspetta per oggi il verdetto della Corte d'Appello, soprattutto di vedere le motivazioni date. Berlusconi però ha già puntato sul ricorso al Tar, su cui il pool di giuristi specializzati messi in campo dal Cavaliere sta lavorando in queste ore. La presentazione al Tar dovrebbe essere fatta oggi e per avere un responso bisognerà aspettare una settimana circa. Alla Polverini, arrivata di corsa ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli, il premier ha detto di «stare tranquilla» e di andare avanti con la campagna elettorale «ti darò una mano anche io. Vedrai, tutto si risolverà». Berlusconi non ha nascosto la sua amarezza per come sono state gestite le cose. E non ha celato neppure di avere dubbi sulle reali ragioni che hanno portato all'esclusione delle liste Pdl in due regioni di punta, come il Lazio e la Lombardia. Ma per ora si confida nei ricorsi, evitando di prendere in considerazione strade alternative in caso di bocciatura del Tar. Quarta mazzata, la nuova stoccata di Gianfranco Fini al Pdl («Così com'è non mi piace»). «Ma perché fare altre provocazioni?», ci si chiedeva nella maggioranza ieri. «In un momento come questo poi...». Racconta chi ha parlato con il premier nelle ultime ore «che non ha affatto gradito i distinguo del presidente della Camera...Gli ennesimi».

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