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Caos liste pure in Lombardia

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni

Berlusconi si fa il suo pool

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Eccone un altro caos. Dopo la vicenda Pdl-Lazio, anche in Lombardia scoppia un caso liste. La Lista di Roberto Formigoni, infatti, non è stata ammessa alle elezioni regionali per invalidità di oltre 500 firme. A deciderlo la Corte di Appello di Milano, che dopo un controllo formale delle firme (l'unico consentito in questa sede) ha ritenuto «fondate» le «doglianze» contenute nel ricorso dei radicali. «Sono un candidato perfettamente regolare», commenta subito Formigoni. E non si ferma qui: «Facciamo una scommessa? Sarò io a vincere». Si aspetta a questo punto il ricorso: presentato molto probabilmente questa mattina. Le firme risultate non conformi sono state 514 sulle 3.935 presentate. Questo comporta che le firme valide sono 3.421, un numero inferiore da quello previsto dalla legge la quale impone che le firme siano non meno di 3.500 e non più di 5 mila. La gravità della vicenda lombarda, come spiegano dal Pdl, è che escludendo il listino di Formigoni, vengono escluse tutte le liste a essa collegata e quindi Formigoni non sarebbe più il candidato governatore. In particolare le irregolarità riguardano la «mancanza di timbri sui moduli», mancanza di data dell'autenticazione e mancanza del luogo dell'autenticazione. «Al momento non c'è più una coalizione di centrodestra» attacca Marco Cappato candidato della Lista Bonino-Pannella, anch'essa esclusa perché non in grado di presentare un numero sufficiente di firme. «Noi abbiamo anche chiesto il sequestro in originale delle liste. Abbiamo provato da due mesi a spiegare alla gente che era impossibile raccogliere le firme legalmente, perché non c'erano le condizioni». Nel frattempo Formigoni respinge tutte le accuse, ribadendo a voce alta che firme presentate «sono tutte valide, tutte». Alle opposizioni che si sono sbizzarrite in insulti verso il candidato del centrodestra Formigoni replica: «Dovranno ringoiarsi le parole di sarcasmo e gli insulti che hanno utilizzato». In Lombardia dunque «non è stato commesso alcun errore le nostre firme sono valide». Formigoni lo ha ribadito anche dopo che gli è stata fatta notare una dichiarazione del leader della Lega Bossi che parlava di un probabile errore. «Qui non è stato sbagliato probabilmente Bossi si riferisce al Lazio». Il presidente della Regione Lombardia racconta che il ricorso è allo studio dei tecnici e che verrà presentato molto presto. Scende in campo anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «Mi sembrano soltanto dei rilievi formali, non è ipotizzabile, nel modo più assoluto, che in Lombardia possa essere colpita in qualche modo la lista di Roberto Formigoni». Bonaiuti sottolineare anche come, quanto accaduto in Lombardia, sia diverso da ciò che è successo nei giorni scorsi nel Lazio: «Sono due casi completamente diversi e nel Lazio sicuramente c'è stato qualche errore, un problema dovuto a un contrasto con i radicali ma che speriamo si possa risolvere. In Lombardia mi sembra più una questione tecnica». Tra quelli che attaccano c'è anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: «Il fatto che anche la lista Formigoni è stata esclusa dimostra l'arroganza del potere e la lotta intestina che all'interno di quel partito c'è perché fino all'ultimo minuto si sono fatti guerra per cercare di fare le liste senza rendersi conto che bisogna rispettare le regole del gioco».

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