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In Romania riciclati i soldi della banda

Un frame del video dei Ros, mostra un momento del blitz sul maxi riciclaggio di denaro sporco che ha coinvolto Fastweb e Telecom Italia Sparkle

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Per riciclare i soldi avevano messo in piedi una vera e propria rete di complici. Ognuno aveva i contatti «giusti» per far entrare in paesi esteri il denaro da ripulire. Non solo nei paradisi fiscali, come le Antille Olandesi o le Seychelles, ma anche in nazioni molto più vicine all'Italia. Come la Romania. È questa la convinzione dei magistrati romani, che, dopo aver ricevuto le informative dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza, hanno deciso di mandare dietro le sbarre ben 56 personaggi che avrebbero fatto parte dell'organizzazione criminale che ha coinvolto anche i vertici di Telecom Italia Sparkle e Fastweb. In base a quanto riportato nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura di Roma, alcuni degli indagati hanno fatto diversi soggiorni nel Paese dell'est Europa, dove avrebbero aperto conti correnti e avrebbero usato cassette di sicurezza per nascondere il denaro da riciclare.   Insomma, si tratterebbe di un vero e proprio tesoro che gli arrestati avrebbero trasferito in Romania. Nelle conversazioni telefoniche intercettate dagli investigastori, la Romania veniva chiamato «Romagna». In una conversazione viene registrata la moglie di Gennario Mokbel, Giorgia Ricci: «Allora più ci penso... stanotte mi so' svegliata all'alba...allora ...questo voleva essere chiamato da una cifra da te ...proprio da te». Risponde Silvio Fanella, arrestato dai pm di Roma: «Eh...Giorgia ... mo te dico una cosa ...mo non comincià a dì così perché mo' andamo subito a discute eh ...poi me dite ...io sono partito pe' a Romagna (Romania, ndr.)». Per riuscire a individuare le cassette di sicurezza aperte dalla banda in Romania, le forze dell'ordine italiane hanno ottenuto un'ampia collaborazione dai colleghi stranieri. Durante le attività di intercettazioni, pedinamenti e controlli bancari, gli inquirenti hanno scoperto una «imprecisata attività» di uno dei personaggi coinvolti nell'inchiesta che stava cercando di «concludere in Romania», il cui esito, secondo la procura romana, sarebbe collegato alle elezioni politiche che si dovevano tenere in Romania. Indagando poi sui presunti traffici illeciti di denaro in Romania, gli inquirenti sono riusciti ad individuare anche cassette di sicurezza aperte ad Hong Kong. Il riciclaggio, dunque, secondo i pm della Capitale, è stato realizzato ricorrendo ad articolati sistemi di triangolazione bancaria e commerciale, gestiti da professionisti del settore. «La maggiore contiguità tra la criminalità organizzata e il mondo economico - è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare - è realizzata proprio in ambito finanziario, ove risulta particolarmente difficoltoso risalire all'origine del denaro, dopo l'immissione nei circuiti legali. L'esito dell'operazione conferma l'efficacia di un modello operativo di contrasto al riciclaggio che si avvalga della cooperazione internazionale nell'ambito di procedimenti collegati, sfruttando le complementari normative». Intanto la magistratura romana, oltre ai 56 arrestati, ha allargato il numero degli indagati, facendoli salire a 80. Nell'inchiesta sul presunto maxi riciclaggio da circa due miliardi di euro vede coinvolti quindi alcuni massimi dirigenti della società telefonica Fastweb e di Telecom Italia Sparkle. L'inchiesta ha preso l'avvio dopo alcune denunce relative a truffe legate agli sms con i quali gli operatori telefonici di Fastweb attivavano, secondo la procura, all'insaputa dei clienti, servizi a pagamento. Da ieri, infine, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo è in missione all'estero per visionare il materiale sequestrato e per avviare le procedure di estradizioni di diversi arrestati. Alcuni indagati sono stati, infatti, fermati negli Usa, in Inghilterra e in Lussemburgo.  

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