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Letta non ci sta: rinascita trasparente

Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso

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Gianni Letta non ci sta. Non accetta di finire nel mirino di nessuno. Di subire attacchi per la vicenda degli appalti che ha coinvolto Guido Bertolaso e rifiuta qualsiasi accusa anche sul lavoro svolto per il terremoto a L'Aquila. Tanto da arrivare a scrivere una lettera e inviarla alla presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, esprimendo il proprio «turbamento» per le cose viste e sentite in questi giorni e il sentimento di «orrore» nei confronti di chi nella tragedia ha pensato ai «buoni affari». E inoltre, difende «le leggi e le norme di Protezione civile», «un sistema che il mondo ci ammira per la sua efficienza», e assicura da parte dell'intero governo, del Commissario straordinario Guido Bertolaso e del Dipartimento della Protezione civile, la «puntuale attivazione di ogni misura idonea ad assicurare la massima e totale trasparenza su ogni atto amministrativo relativo alla selezione delle imprese aggiudicatarie di lavori nell'area terremotata, fin dall'inizio dell'emergenza». E conferma che «nessuna delle imprese (neanche la Btp, ndr.) che ha avuto incarichi nei lavori per il G8 alla Maddalena è intervenuta per i lavori assegnati a cura del Dipartimento della Protezione civile all'Aquila».  «Gentile presidente, tante cose sentite e viste in questi giorni - scrive Letta a Pezzopane - hanno turbato anche me, come tutti quelli che nei giorni del terremoto hanno sentito lacerarsi qualcosa dentro e hanno perso per un bel pezzo la capacità di sorridere e, ancor più, di ridere. Nel contempo, non le nascondo la preoccupazione che questa vicenda sia deflagrata proprio nel corso di un periodo particolare, che certamente rischia di appannare la serenità del dibattito che pure è giusto intorno a vicende così drammatiche». Insomma, il sottosegretario Gianni Letta non ci sta a raccogliere accuse infondate, tanto da decidere di respingere nero su bianco con fermezza alle accuse che gli sono state lanciate dal mondo politico. «Le leggi e le norme di Protezione civile - aggiunge il sottosegretario - sono fatte per servire la popolazione del Paese con la massima celerità in eventi eccezionali, ma, soprattutto, drammatici, realizzando nei casi di sciagure naturali, in tempi rapidissimi le abitazioni e le altre strutture provvisorie necessarie al superamento dignitoso della fase emergenziale. È un sistema che il mondo ci ammira per la sua efficienza e che in Abruzzo ha prodotto tangibili risultati, dei quali si deve dare atto». E ancora: «E penso anche io con orrore - ha continuato nella lettera - come lei disse qualche giorno fa a L'Aquila, a chi crede che le calamità possano essere un pretesto per fare buoni affari. Il terremoto, le vittime, la desolazione che ne consegue meritano ben altri sentimenti e ben altra pietà. Altro che affari. Ma, se qualcuno ha pensato il contrario, tutti faremo in modo che si ricreda. Prima di fare le affermazioni che lei mi contesta nella sua accorata lettera, avevo fatto eseguire dai miei uffici una ricognizione della situazione. I risultati li metto adesso, volentieri, a sua disposizione».

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