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Pennisi, per il gip agì con furbizia

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Unpolitico che ricopriva una «posizione strategica in seno al Consiglio comunale», che ha agito con «persistente furbizia» e che «non appare completamente affidabile quando afferma» che quella mazzetta da 10 mila euro intascata per sbloccare una pratica edile è stata l'unica. Così il gip di Milano Simone Luerti descrive Milko Pennisi. E lo fa nell'ordinanza con cui ha convalidato il suo arresto, ordinando il carcere. E mentre il politico rimane a San Vittore, nella seduta del consiglio comunale dedicata alla vicenda dell'ex presidente della commissione urbanistica, arrestato giovedì scorso a due passi da Palazzo Marino, il sindaco Letizia Moratti ha parlato di un fatto «grave perché tradisce il mandato che i cittadini hanno assegnato a questa assemblea». Assemblea che nel pomeriggio ha sospeso d'ufficio Pennisi dalla carica di consigliere comunale. La giunta, inoltre, ha deciso di avviare un audit interno su tutte le procedure di edilizia privata in capo ai propri uffici. Nell'interrogatorio davanti al gip, Pennisi aveva spiegato di non aver concusso l'imprenditore Mario Basso, ma anzi di essere stato cercato da lui. Basso, stando al racconto di Pennisi, gli disse: «Io le sarò grato con un contributo per la sua attività politica». E, sempre davanti al gip, il politico ha aggiunto: «Io lo ringraziai pensando (...) al fatto che la poltica ha dei costi e che si andava incontro ad una campagna elettorale». Una difesa quella di Pennisi che, come scrive il gip, è però «improbabile». A parere del giudice, infatti, «l'unica strada percorribile è quella della concussione», poichè l'imprenditore che confidava «in una insperata buona amministrazione» è "vittima" e non corruttore. Anzi, come si legge ancora nel provvedimento, fu la denuncia dell'imprenditore a spezzare «il laccio che stringeva Pennisi tra la debolezza umana e la fascinazione del potere». Pennisi, in più, agì con «una certa furbesca programmazione» e non è credibile quando afferma di aver commesso un solo episodio di concussione. «L'insieme delle circostanze evidenziate - si legge nell'ordinanza - rivela piuttosto la necessità di proseguire le indagini». La polizia giudiziaria, coordinata dai pm Grazia Pradella, Laura Pedio e Tiziana Siciliano, sta cominciando ad analizzare il contenuto dei pc e dei palmari sequestrati.

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