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Olimpiadi 2020, sfida all'ultimo dossier

Olimpiadi, la torcia a Roma, in piazza San Pietro

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Olimpiadi 2020. Il tempo stringe, la politica tentenna. Entro il 5 marzo Roma e Venezia devono presentare al Coni i dossier delle candidature, che saranno valutati dal Cio (Comitato olimpico internazionale). Le Amministrazioni devono anche rispondere correttamente alla seconda delle 7 domande del quiz preparato del Comitato: «Quali enti appoggiano la vostra candidatura?». Provincia e Regione, naturalmente. E la politica nazionale, da che parte sta? Se l'Italia, come dice Franco Carraro, che del Cio è membro, «ha il 20% di probabilità di spuntarla», che non è tanto, è necessario che almeno sulla città da candidare si abbiano le idee chiare. Il governo ce l'ha così poco chiare che è costretto, almeno per ora, a guardare come andrà a finire questa sfida a due tra la Capitale e la città lagunare. Una gara che diventa ogni giorno che passa più politica, rischiando di perdere di vista le reali potenzialità delle concorrenti. Lo stesso Pdl, giorni fa, ha dovuto addirittura fare i conti con le dichiarazioni al pepe di cayenna delle frange venete che hanno presentato in Parlamento un'interrogazione al Governo. Non hanno digerito, per niente, la presa di posizione di Trenitalia, Lottomatica, Rai e Alitalia, i cui loghi ufficiali sono apparsi nella sottoscrizione della formazione del Comitato di sostegno alla candidatura di Roma. Una deriva nordista in pectore, insomma, che non ha nulla da invidiare al veemente sostegno leghista alla candidata lagunare. L'uscita di ieri del ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha ridotto con snobbismo la candidatura di Roma a mera chiacchiera da solotto - pur ammettendo l'utilità dei salotti romani - rende l'idea di che aria tiri dalle parti di Palazzo Chigi quando s'inizia a parlare di Olimpiadi. E a rincarare la dose, in questo tutto contro tutti, chiamando in causa proprio il Coni, è stato il sindaco di Venezia Massimo Cacciari: «Farei un torto all'intelligenza e al senso dell'ironia del mio amico Gianni Petrucci - presidente del Coni - se dicessi che non parteggia per Roma. È talmente evidente». «Sarà comunque una candidatura seria», taglia invece corto Franco Carraro a proposito di "senso dell'ironia". «E serve che - continua - una volta decisa la candidata il Paese sia compatto». Unito, soprattutto, quando si tratterà di mettere mano al portafogli. Il Campidoglio, due conti se li è già fatti. Solo per le infrastrutture viarie avrà bisogno di circa 300 milioni di euro. Strade, ponti, ferrovie, questo il vero tallone d'Achille della Capitale. La candidatura alle Olimpiadi è l'occasione buona per fare tutto quello che i romani aspettano ormai da decenni, soprattutto sul piano della mobilità. L'attuale Amministrazione ha già presentato un piano "antitraffico" che prevede vecchi e nuovi progetti. Oggi quel Piano, con lievi modifiche "ad hoc" per la Formula 1 e le Olimpiadi, potrebbe far breccia nel cuore del Cio, meno, forse, in quello della Lega. Di certo, del resto, non c'è ancora niente. Per sapere chi la spunterà, alla fine, tra Roma e Venezia, bisogna aspettare il mese di maggio. Ma se, incrociamo le dita, Roma dovesse perdere il treno olimpico, dovrebbe portare avanti i grandi progetti sulla mobilità, come se questa sfida l'avesse vinta.

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