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L'ultima di Sgarbi, si dimette

Vittorio Sgarbi

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{{IMG_SX}} PALERMO - Si dimette da sindaco di Salemi e lascia la cittadina trapanese. È amareggiato Vittorio Sgarbi ma non ha perso la sua verbale aggressione: «Qui l'antimafia è anche peggio della mafia. Non ne posso più. Mi dimetto da sindaco e vado via». Il critico d'arte è afflitto per l'inchiesta della Guardia di Finanza sul presunto illecito per l'utilizzo dell'auto blu e per un'altra indagine avviata dopo una lettera resa pubblica dal suo ex assessore Oliviero Toscani. «Qui devo chiedere per favore - aveva scritto tra l'altro il famoso fotografo - a chi sto facendo un favore». Nella lettera Toscani manifestava i propri dubbi sulla «possibilità di realizzare il "sogno Salemi"». Nella missiva faceva riferimento ad «un sistema compromesso, fra rassegnazione e malcostume, dove tutto trova legittimazione. Un territorio con una natura straordinaria, dove però chi vuol fare, non riesce ad evitare d'infangarsi». Ma andiamo ai fatti. E partiamo dal raid nell'ufficio di gabinetto del sindaco Sgarbi. I ladri, probabilmente nella notte tra sabato e domenica, hanno portato via dieci computer portatili, ancora imballati e custoditi in un armadio. I computer sono stati acquistati dalla stessa amministrazione comunale per gli stagisti nell'ufficio del critico d'arte. Sul furto indagano i carabinieri che ieri hanno fatto i primi rilievi. I ladri hanno rovistato in armadi e buttato sul pavimento libri e documenti. Intanto, il magistrato Carlo Marzella, su delega della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Palermo, ha disposto la comparizione dei collaboratori di Sgarbi tra cui il vicesindaco di Salemi. Al centro dell'indagine della Guardia di finanza, l'utilizzo dell'auto blu per accompagnare all'aeroporto alcuni giornalisti inviati nella cittadina trapanese.

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