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Bertone contro lo sfruttamento «Ma la violenza va bandita»

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Unaviolenza che, in ogni caso, «trasforma ogni giustizia in ingiustizia», ammonisce il porporato, il quale, tuttavia, invitato a commentare i fatti, conferma la «preoccupazione» del Vaticano per la «situazione in Calabria», soprattutto per le «gravi condizioni di lavoro» cui sono sottoposti gli immigrati. Parole forti, per il solitamente prudente segretario di Stato, che si affretta comunque ad aggiungere che, in ogni caso, «lo strumento della violenza è da bandire». L'auspicio del Vaticano è che ora si torni a costruire una «pacifica convivenza», un «riscatto di vita» a cominciare dalla «valorizzazione delle doti e delle capacità di ciascuno». Degli immigrati, prima di tutto, in considerazione del «servizio prezioso» da loro prestato all'agricoltura e quindi alla comunità locale». Immigrati tenuti, però, come tutti, al rispetto della legge. La giustizia vaticana guarda in alto - aveva spiegato il cardinale Bertone nell'omelia - e invita giudici e politici ad agire «con una logica umana che sappia inserirsi in una prospettiva più grande». Il cardinale Bertone cita più volte il Salmo 71, che chiama a governare secondo «giustizia e diritto, soprattutto nei confronti dei poveri e degli oppressi», «sovente vittime del potere». Ad ascoltarlo, anche alcuni magistrati italiani, e il capo dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta. Sui fatti di Rosarno è tornato questa mattina anche il quotidiano dei vescovi Avvenire, puntando il dito non solo contro la 'ndrangheta, «che su di loro si arricchisce», ma anche sulle istituzioni che, «per prime», girano la testa dall'altra parte. Bertone, invece, a margine della messa d'inaugurazione dell'anno giudiziario vaticano, ha toccato anche altri temi, esprimendo la preoccupazione sua e del Papa, già espressa anche dal ministro degli esteri, Franco Frattini, per le violenze contro i cristiani di questi giorni, «in Egitto e in ogni parte del mondo». Ed ha accennato all'incidente di Natale in cui una donna spinse il pontefice facendolo cadere a terra, invocando un «maggior rispetto», nel linguaggio e nei gesti, «per tutti, ma soprattutto» per una «autorità morale», come il Papa, che «lavora incessantemente per il bene comune». Intanto nella giornata di ieri a Roma si è svolta una manifestazione per protestare contro i fatti di Rosarno. I ragazzi dei centri sociali, gli immigrati e la polizia sono venuti a contatto mentre il corteo si voleva dirigere verso il Viminale. La tensione è sfociata in un lancio di oggetti, fino allo scontro. È rimasto ferito un uomo delle forze dell'ordine.

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