Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Non solo Roma, si faccia il quoziente in tutta Italia»

default_image

  • a
  • a
  • a

i.Anche perché sono trenta anni che le politiche a favore delle famiglie sono in uno stato di totale immobilismo» dice a il Tempo Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento Italiani Genitori. Che aggiunge «contiamo sull'effetto domino del quoziente Parma (il meccanismo che riduce i costi dei servizi municipali secondo i carichi familiari ndr). I nostri coordinatori in 35 province sono già al lavoro per stimolare le amministrazioni locali ad adottare il sistema». Siamo all'anno zero per quanto riguarda la considerazione della famiglia? «Lo dicono tre sentenze monito della Corte Costituzionale che hanno lanciato riconosciuto che il sistema fiscale è iniquo nei confronti dei nuclei. Un monito al quale non ha fatto seguito alcun intervento». E adesso? «È arrivato il momento di considerare le famiglie un soggetto attivo e non passivo. Bisogna riconoscere qual è la reale capacità contributiva e parametrarla al numero dei suoi componenti». Il sistema applicato a Parma e sposato anche dal sindaco di Roma Alemanno comincia a riconoscere il ruolo della famiglia come creatrice di servizi alla persona. «Un riconoscimento che era già nei fatti. Da sempre la la famiglia è un ammortizzatore sociale. Si è sempre fatta carico del disabile, dei figli e degli anziani. Oggi serve di più» Cosa si aspetta? «Occorre che sia riconosciuto il valore della famiglia come soggetto economico e messa nelle condizioni di reggere nelle difficoltà dell'oggi. Occorre investirci risorse perché altrimenti si penalizza la prima fabbrica del cittadino del domani». Insomma vi considerate un luogo in cui è necessario un investimento a lungo termine? «Esattamente. Oggi si pensa alle industrie e ai costi di produzione ma se non ci sono persone che comprano c'è la crisi. E la famiglia se messa nelle condizioni di spendere contando su redditi maggiori e su oneri minori è il primo motore dell'economia». Le risorse sono poche. E il rischio è che alla fine per accontentare le famiglie si facciano pagare i single «Su questo punto bisogna essere chiari. La rimodulazione del carico fiscale a favore delle famiglie non deve essere pagato da chi per scelta decide di non metter su famiglia». Cosa serve per arrivare al traguardo? «Al di là delle identità partitiche. Se politica significa la tutela del cittadino allora si faccia un'alleanza trasversale tra tutti gli attori». Il quoziente familiare basterà? «È una misura importante e soprattutto già testata perché realizzata in Francia che è una nazione vicina per cultura e modelli. Certo poi non mancano economisti che possano adattarlo alle nostre esigenze». I soldi? «Servono circa 10 miliardi di euro. Si parla sempre di limiti di budget ma per un'operazione così importante e i soldi si trovano». Altre richieste? «Misure a livello locale suoi trasporti, la scuola e sui libri che hanno un prezzo elevato. Il quoziente Parma che lavora sui prezzi dei servizi erogati e sulle tariffe potrebbe essere un intervento importante. Su questo ci stiamo impegnando». Come? «Aspettiamo l'effetto domino del quoziente Parma su tutte le amministrazioni locali, i nostri 35 coordinatori provinciali ne stanno chiedendo l'applicazione nei loro territori».

Dai blog