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L'Italia finanzia la speranza di pace

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dall'inviatoAlessandro Bertasi GERUSALEMME «C'è sempre un'alternativa all'odio, alla sopraffazione, alla violenza e alla guerra. Nostro dovere, ovunque e per sempre, è costruire quell'alternativa». Poche parole, scritte nero su bianco, che rimarranno a testimonianza tangibile dello spirito che ha caratterizzato la missione in Terra Santa del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Un messaggio affidato alle pagine del libro degli ospiti fuori dal Memoriale dei bambini, l'ultima tappa di un doloroso percorso all'interno Museo Yad Vashem a Gerusalemme. Un tragitto in discesa come a rievocare la cattiveria dell'uomo dei confronti di altri uomini e che vuole lasciare nei visitatori la consapevolezza che i sei milioni di ebrei morti, non sono semplicemente un numero, ma sono persone con il loro nome. «È una cosa che lacera - ha commentato subito dopo il ministro - come dicono anche gli ebrei, una cosa è la storia dei numeri un'altra è la storia dei volti. La sofferenza che ho visto dipinta su quei volti ti devasta. Ma se ieri è stata la giornata dedicata al ricordo, quella di lunedì è stata invece finalizzata ad alimentare la flebile fiammella della pace tra palestinesi ed ebrei. Una speranza che il ministro Meloni ha pensato di far crescere investendo sui giovani. «Studiare è il primo modo per essere liberi e per sconfiggere la guerra». E così ecco pronto un protocollo d'intesa con l'Università di Betlemme che prevede un impegno di spesa di 200 mila euro per finanziare progetti di microcredito che aiutino i giovani palestinesi a trovare un lavoro, e in particolare ad avviare un'attività imprenditoriale dopo gli studi. «Un'iniziativa per sostenere chi - annuncia il ministro - ha voglia di gettare il cuore oltre l'ostacolo». Un ostacolo che però sembra sempre più invalicabile e basta poco per capire lo stato d'animo di quanti vivono nei territori palestinesi. Basta un graffito. Un grande disegno dipinto sulla facciata di un palazzo che accoglie tutti quelli che entrano a Betlemme. Una colomba. Nel becco tiene stretto un ramoscello di ulivo, e addosso ha una pettorina antipriettile con un mirino di fucile puntato dritto al cuore. Un messaggio di benvenuto chiaro: da una parte la bramosia di vivere in pace, dall'altra la cosapevolezza che quel giorno, forse, non è così vicino.

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