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No B day, il vero avversario della piazza è Bersani

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Cgil a Roma

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Ecco che alla fine, la nostra profezia sulla pasionaria Rosy Bindi che fa il contropotere di Pigi Bersani dentro il Partito democratico s'è avverata. Per quanto possa starci simpatica, e lo è, l'altra sera in una puntata lerneriana confezionata apposta per dare voce e spago ai «no B dayisti», la Rosy aveva sospirato dicendo: insomma, io alla vostra manifestazione ci verrei tanto ma tanto volentieri solo che sapete, insomma, sono la presidentessa del Pd e il Pd ha detto «no», al serpentone che da piazza della Repubblica arriverà a piazza San Giovanni per ascoltare la voce chiara, impegnata e militante del miticissimo Roberto Vecchioni. Ma poi non c'è l'ha fatta, la Rosy di Sinalunga, e ha detto sì, come l'uomo del Monte (che non è un profeta dell'Antico Testamento ma quello degli ananas, non vi credete): «Ora ho risolto il mio conflitto di interessi. Ci saranno molti dei nostri. Non solo la dirigenza ma anche tanti elettori e aderenti del Pd. E da presidente del Pd devo rappresentare anche loro». Brava, evviva la salute della democrazia parlamentare scaraventata in piazza, sempre la stessa piazza, sempre lo stesso copione. Ci sarà, Rosy, nella marea montante dei piddini che hanno sfruttato il «nulla osta» di Bersani, fulgido esempio di equilibrismo che pare paraculo e invece è paracolpi, per correre a mettersi il simbolino viola e immergersi come corpi a bagnomaria nella folla convocata su Facebook per defenestrare Re Mida Berlusconi, difendere la Costituzione, la democrazia, la bella gente, la società civile, tutti insieme appassionatamente. Aggiungiamo: c'è anche la diretta della tv danese, come perdere l'occasione? Ecco, domanda: ma se tu dici che non partecipi a una manifestazione e poi ci vanno il presidente del tuo partito e il capogruppo alla Camera (Franceschini Dario, ex segretario segato alle primarie), e pure il terzo incomodo delle primarie Ignazio Marino, non è che fai una semi-partecipazione? Cioè, come dire, un po' partecipi un po' no, tipo vorrei ma non posso, mezzo piede dentro con la scarpa in condominio con l'Idv di Di Pietro e mezzo fuori, a prender freddo nel deserto delle iniziative politiche? Vi anticipiamo, cari lettori, ciò che accadrà oggi, considerato che per l'occasione sono stati rispolverati, alla faccia del nuovismo web 2.0 sbandierato dagli organizzatori, i soliti manichini della protesta permanente antiberlusconiana, Dario Fo, Antonio Tabucchi, Giorgio Bocca e, guardate un po', Nanni Moretti che non s'è perso di vista: arriveranno i poveri piddini mezzi clandestini e si prenderanno peggio dei carabinieri sotto la curva allo stadio qualche fischio, le urla, gli sfottò, la solita solfa che non sanno fare l'opposizione. E quelli torneranno a casa, frastornati e scornati (tranne la Bindi che si prenderà una barca di applausi: si accettano scommesse), convinti di essere andati non al No-Berlusconi Day ma al No-Bersani Day. Seconda scommessa: da domenica, nel Pd ricomincia una profonda fase di riflessione. Il tema però è nuovo: l'antiberlusconismo.

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