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Scoppia la guerra tra i finiani "Così non aiutate Gianfranco"

Italo Bocchino

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Scoppia la guerra tra i finiani. Dopo giorni di scaramucce, si passa agli attacchi personali. A rompere gli indugi è Amedeo Laboccetta, napoletano e finiano doc, amico del presidente della Camera. Fu lui a regalargli i gemelli tricolori che Fini indossò il giorno dle suo insediamento. E lui nei giorni scorsi era stato piuttosto critico nei confronti degli altri componenti del gruppo soprattutto quando questi hanno preso una posizione dura nei confronti di Nicola Cosentino, il candidato alla presidenza della Campania che il deputato partenopeo invece sostiene. E ora attacca: «I veri amici di Fini sono quelli che non cercano a tutti i costi la visibilità come il collega Fabio Granata, o quelli che pur avendo ruoli di alta responsabilità, come il collega Italo Bocchino, non cercano, come dovrebbero, sempre la mediazione ma, privilegiano la polemica o l'ultima battuta anche quando non ve ne è alcun bisogno». Quindi aggiunge: «I veri amici sono coloro che svolgono con serietà il proprio lavoro in Parlamento, nel partito e sui territori senza la sindrome dell'apparire. E sono tanti! Ma soprattutto sono quelli che quotidianamente si impegnano affinchè l'accoppiata tra Berlusconi e il suo naturale successore non si sfasci. Una rottura in tal senso - sottolinea Laboccetta - provocherebbe un trauma profondo nel nostro elettorato i cui riflessi sarebbero imprevedibili. Ecco perché - spiega il deputato - deve assolutamente prevalere il senso di responsabilità per tutti». Proprio per questo il deputato napoletano spiega: «Nè si può spingere Fini a chiudersi nel campo trincerato del proprio orgoglio politico. Gli amici veri di Berlusconi e Fini devono scendere in campo con maggiore determinazione prima che diverse valutazioni su alcuni temi si trasformino in contrasti veri e propri. Io, nel mio piccolo, quale antico amico di Fini e grande estimatore di Berlusconi sono pronto a fare la mia parte, conclude Laboccetta». Risponde Fabio Granata, deputato finiano siciliano: «Ho l'impressione che Laboccetta sia nervoso per lo stop a Cosentino e comunque, se parlare di legalità, trasparenza e buona politica per qualcuno significa "ricercare visibilità", siamo in una deriva pericolosa e allo stesso tempo significativa». Granata aggiunge: «La stessa deriva che ho denunciato a La Stampa. A quando l'accusa di professionista dell'Antimafia - aggiunge -? Sarei in buona compagnia e comunque per me l'antimafia resta un valore politico ed esistenziale, anche nella vita quotidiana e nei contesti sociali che frequento». Italo Bocchino invece non parla. Parla una deputata vicina a Ignazio La Russa, Viviana Beccalossi: «Nella sua furia iconoclasta e nella smania di citazioni giornalistiche Granata, novello censore dei costumi e delle idee altrui questa volta bacchetta senza pietà un collega del Pdl (ma questa è la regola), con antico ruolo in An (e anche questa è la normalità), ma (ed ecco la "novità") da tutti considerato da sempre molto vicino a Fini. Andando avanti così, nella gara a chi di recente è più finiano anche di Fini forse Granata finirà presto col bastonare e prendersela anche con se stesso».

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