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Napolitano in campo "Ok con le riforme"

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Lo fa con tutte le «cautele dovute» che si addicono a chi, come lui, veste i panni di presidente della Repubblica, ma, alla fine, il significato delle sue parole è chiaro e tagliente: «È chiaro che oggi ci sono in Parlamento grosse difficoltà». Una dichiarazione dirompente. Un fulmine a ciel sereno che squarcia il silenzio che il Capo dello Stato aveva voluto mantenere sulle vicende legate alle ultime polemiche in Italia. E così Giorgio Napolitano, dalla Turchia dove si trova in visita ufficiale, si lascia andare e bacchetta: «Io rispetto l'autonomia del Parlamento, le difficoltà che incontrano i presidenti delle assemblee parlamentari per farle funzionare e per rendere il lavoro più efficace e spedito, ma con la massima attenzione per tutti i diritti della minoranza e per tutte le proposte delle opposizioni. È chiaro che oggi ci sono grosse difficoltà in questo senso». E, quasi a voler mettere le mani avanti, continua: «Mi riservo la possibilità di intervenire ancora su questo tema». Al tempo stesso però Napolitano, intravede lo sforzo della politica italiana sulle riforme: «Sembra che qualcosa si stia muovendo». Riforme che, secondo l'inquilino del Colle, devono muoversi all'interno di un principio inalienabile: «Tener fermo il traguardo della democrazia dell'alternanza che si basi sul reciproco riconoscimento tra forze e schieramenti e sulla condivisione dei valori fondanti della Costituzione che nessuno mette in dubbio». «Altra cosa è la seconda parte della Costituzione - continua Napolitano - che ho già spiegato essere modificabile». Un chiaro riferimento, per esempio, al superamento del bicameralismo perfetto che non comporta, per Napolitano, un «declassamento» del Senato. Ed è proprio sul terreno delle riforme che potrebbero esserci novità a patto però che rimanga fissa la parola d'ordine: «condivisione». Un'ulteriore conferma di come la prima carica dello Stato e Fini viaggino sulla stessa lunghezza d'onda. Infatti non è un caso che proprio nel giorno in cui Napolitano, ed era il 22 ottobre, riceveva al Quirinale una delegazione dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) sostenendo che «le riforme istituzionali sono indispensabili ma non devono diventare parte di uno scontro politico cieco», dall'altra parte il presidente della Camera dichiarava: «Il cambiamento delle regole riguarda tutti, non solo una parte». Ieri, poi, il presidente della Repubblica, cambiando tema, ha voluto commentare anche la decisione dell'Alta Corte di Brasilia sull'estradizione dell'ex terrorista italiano Cesare Battisti: «Una decisione importante, sarebbe stato grave l'opposto». Napolitano ha voluto così osservare che, se la Corte avesse deciso in modo diverso, «sarebbe stato un colpo molto duro per le famiglie delle vittime degli atti compiuti dal signor Battisti. Sarebbe stata una palese ingiustizia, perché, innanzitutto, si deve assicurare giustizia a chi ha subito dei torti. Giustizia per le vittime». Infine, il Capo dello Stato, ha annunciato che lunedì incontrerà il presidente del Senato, Renato Schifani. Un'occasione per mettere la parola fine alle presunte voci di una sua irritazione nei confronti della seconda carica dello Stato: «Mi hanno definito sorpreso, stupito, irritato e non ricordo cos'altro. Non so se la vittima predestinata fosse il segretario generale del Quirinale. A me pare che invece abbia dormito sonni tranquilli».

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