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"Il Pd voleva processi brevi per tutti"

Maurizio Gasparri

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«La nota del gruppo del Pdl al Senato è chiarissima. La sinistra prima di noi ha proposto la durata ragionevole dei processi, ma a differenza di noi, che vogliamo tempi più lunghi per stupratori, bancarottieri, mafiosi, responsabili di morti sul lavoro, la Finocchiaro era generosa verso tutti. Anche verso i responsabili dei crimini più efferati e per gli emuli dei capimafia. Così viene smascherata l'ipocrisia ed evidenziato il rigore del centrodestra». È un attacco duro quello che il capogruppo al Senato del Pdl Maurizio Gasparri muove al Pd sulla giustizia. Un attacco però motivato dai documenti che il presidente dei senatori porta come prova al suo ragionamento. «Invito quanti polemizzano sui temi della giustizia — spiega — alla lettura del ddl n. 878 presentato dal Pd nel luglio del 2006, anche con la firma di Anna Finocchiaro, nel quale si propone all'articolo 4 esattamente il meccanismo della prescrizione dei processi nell'arco di 6 anni». «Le altre norme contenute nel disegno di legge sulla prescrizione dei reati non eliminano il fatto che la sinistra — prosegue Gasparri — abbia presentato prima di noi, anche con la firma dell'attuale capogruppo in Senato del Pd, una proposta per una durata ragionevole dei processi. Quindi urlano ora che noi proponiamo, dopo di loro, quello che loro hanno proposto per primi. Con un'aggravante: mentre la proposta del PdL esclude alcuni reati (mafia, furti, rapine, droga, bancarotta fraudolenta, infortuni sul lavoro, ecc.), da questo limite di durata dei processi di 6 anni, la sinistra non prevedeva queste esclusioni. Insomma, secondo la Finocchiaro e gli altri firmatari del ddl 878, anche i mafiosi dovrebbero avere come tempo massimo per la durata dei processi 6 anni». La replica a Maurizio Gasparri è arrivata proprio da Anna Finocchiaro: «Le nostre proposte sono molto diverse da quella del "salva processi" di Gasparri e Quagliariello. La verità è che sono in evidente difficoltà nei confronti della parte responsabile della loro stessa maggioranza e nei confronti del sentimento diffuso che c'è nel nostro paese. Mi sembrano prove generali di crisi di nervi».  

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