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Roberta come Hillary, nel Pd spunta la Serdoz

Roberta Sardoz, moglie di Piero Marrazzo

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L'ultimo a parlare di lei è stato il marito: «Senza di lei sarei già morto», ha detto Piero Marrazzo, l'ex governatore. Di sicuro Roberta Serdoz non dimenticherà la settimana che si è appena conclusa. Non solo per quello che è successo al marito. E non solo per la scelta di rimanergli accanto. Ma anche per la pioggia di elogi che le sono piovuti addosso. Appena venerdì scorso, durante la trasmissione «Niente di personale» condotta da Antonello Piroso su La7, Paolo Mieli ha usato parole più che mielose: «La moglie di Marrazzo è stata secondo me la vera eroina della settimana», ha detto l'ex direttore del Corriere della Sera. E ha subito aggiunto: «Ha avuto un momento di sconcerto ma ha saputo restare al fianco del marito e della famiglia». «Non è da tutti - ha sottolineato Mieli sempre parlando della Serdoz - di solito le mogli in queste circostanze si fanno prendere dal panico ed invece lei è stata forte e mi piace renderle omaggio pubblicamente. Oltre tutto è una collega ed è precaria per cui non ha tratto alcun vantaggio "di regime"». Quindi ha ricordato di non conoscerla, rimarcando il fatto che il suo era un elogio del tutto disinteressato. Prima di Mieli al suo fianco erano scesi in campo i colleghi del Tg3, visto che la moglie di Marrazzo lavora al telegiornale Rai alla rassegna stampa notturna. Carlo Verna, leader del sindacato dei giornalisti Rai, ha avvertito: «Nessun contratto ad hoc per Roberta Serdoz inserita negli elenchi di un lungo precariato. Siamo tutti solidali con lei, lasciatela in pace. Infierire in questi giorni sulla Serdoz con disinformazione è azione che si commenta da sé». E il comitato di redazione del telegiornale più a sinistra ha ricordato che lei è precaria dal 1992. E prima ancora, andando a ritroso, sulla Serdoz erano piovuti applausi da sinistra e da destra. Dacia Maraini aveva detto a proposito della sua scelta di rimanere accanto al marito: «È un gesto molto generoso di una donna che vuole bene al suo uomo. Credo che sia un gesto sincero, sono per un'ammirazione per questa donna». E anche Giulia Bongiorno, deputata Pdl e avvocato di Fini, aveva spiegato: «Quando la nave rischia di affondare solitamente tutti l'abbandonano, lei non solo non l'ha abbandonata ma ne ha assunto coraggiosamente il comando». Una sequenza impressionante. E che ha colpito anche i vertici del Pd al punto che qualcuno sta pensando per lei un percorso alla Hillary Clinton: la discesa in politica. Anche la moglie del presidente degli Stati Uniti, nel momento in cui esplose il sexgate che travolse il marito, scelse di rimanere accanto a Bill. Non solo, prese in mano la situazione in quel «torrido» gennaio del '98. Si attaccò al telefono, mobilitò gli amici del presidente nel momento in cui Bill era un pugile suonato e preparò la controffensiva.   Dopo i due mandati di Bush ha provato direttamente la scalata alla politica provando le primarie per la nomination dei Democratici. Roberta ha avuto un atteggiamento simile. Non ha avuto paura di apparire in pubblico andando, pochi giorni dopo lo scoppio del caso che ha investito Piero Marrazzo, a moderare un convegno alla Provincia di Roma. Ed è tornata quasi subito al lavoro. Quarantun anni compiuti ad agosto, la Serdoz è molto legata a un'altra moglie che ha compiuto la scelta di impegnarsi in politica: Rosa Villecco Calipari, moglie di Nicola, il dirigente del Sismi ucciso in Iraq nel tentativo di portare in salvo Giuliana Sgrena. Certo, è ben difficile che l'ipotesi candidatura Serdoz possa prendere piede. Ma è anche vero che il bailamme che regna a sinistra potrebbe portare a qualunque approdo. E lei? Accetterebbe? Forse risponderebbe con una frase del 2005: «Il mio primo pensiero quando Piero mi ha comunicato che si candidava? Egoisticamente è stato: Oddio! - disse dopo la vittoria del marito alle Regionali di quell'anno - Ero conscia che avrebbe e avremmo dovuto affrontare sei mesi di campagna elettorale durissima».  

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